Mentre la paura del coronavirus scuote la Francia, dove le porte del museo Louvre rimangono sbarrate, gli Stati Uniti iscrivono formalmente Lombardia e Veneto nella lista nera delle destinazioni colpite dall’epidemia, sconsigliando di viaggiare a Milano e Venezia. American Airlines sospende tutti i collegamenti con il capoluogo lombardo sino al 24 aprile, e viene seguita in poche ore da Delta e United Airlines. La spiegazione è semplice: riduzione della domanda, perché ormai nessuno vuole più viaggiare nelle nostre città.
Le conseguenze economiche potrebbero essere devastanti. Ogni anno 5,6 milioni di statunitensi visitano il nostro Paese: il 9% del totale dei turisti, secondi solo ai tedeschi. Ci saranno problemi, naturalmente, per chi vorrà viaggiare dall’Italia verso gli Stati Uniti. Su Twitter, il presidente Donald Trump spiega che, per i passeggeri dalle aree considerate ad alto rischio, ci saranno controlli in partenza e in arrivo. Il suo vice, Mike Pence, incaricato della gestione dell’emergenza, annuncia che nel weekend sono state distribuite 15mila mascherine, e altre 50mila ne arriveranno a breve. Negli Usa sono intanto due i decessi.
Purtroppo il Belpaese appare sempre più “il malato del mondo” accanto a Cina, Iran e Corea del Sud. Mentre l’Arabia Saudita vieta l’ingresso ai nostri concittadini, la Repubblica dominicana annuncia un primo caso, proprio con passaporto italiano. Avevano viaggiato sulle Alpi venete le tre persone che la Repubblica Ceca ha messo in quarantena dopo esami positivi. Nel Regno Unito vengono annunciati 12 nuovi contagi. La Bbc sottolinea come metà di questi venisse dall’Italia. L’isola, comunque, non è immune dall’epidemia locale: ne è prova il caso dell’ultrasettantenne colpito a Surrey venerdì scorso.
Il Papa appare, si affaccia all’Angelus tossendo, ma il Vaticano sottolinea che è solo una lieve indisposizione. E’ invece positivo lo scrittore cileno Luis Sepulveda, ricoverato in un ospedale spagnolo. In questa domenica campale, viene dalla Francia l’immagine che diventa simbolo della potenza del Coronavirus: le porte del Louvre, il museo più visitato al mondo, rimangono chiuse. I suoi addetti, preoccupati per il possibile contagio, esercitano il diritto di evitare di lavorare in caso di grave pericolo grave per la loro vita o la loro salute.