Il presidente dell’Anm Eugenio Albamonte è indagato per abuso di ufficio e falso dalla procura di Perugia a seguito di un esposto presentato nel febbraio scorso da Giulio Occhionero, l’ingegnere nucleare imputato con la sorella con l’accusa di aver hackerato e rubato documenti, anche riservati, dalle caselle postali di decine e decine di politici ed enti.
Nel fascicolo aperto, come atto dovuto, a Perugia, insieme al magistrato, responsabile dell’inchiesta, sono indagati anche i funzionari della polizia postale Ivano Gabrielli e Federico Pereno, che rispondono dei reati di falso, abuso di ufficio e accesso non autorizzato a sistema informatico. Nel giugno scorso, Occhionero è stato sentito dalla procura di Perugia sulla vicenda come persona informata dei fatti.
La notizia è emersa durante la prima udienza del processo che vede imputati Giulio e Francesca Maria Occhionero, entrambi detenuti da gennaio. Il legale dell’ingegnere ha chiesto al pm, alla luce delle novità, di astenersi dal proseguire il processo. L’udienza nel tribunale monocratico di Roma è al momento sospesa.
La procura di Roma, non ha mai completamente chiarito, con quali fini i due fratelli carpissero dati: venne ipotizzato che volessero fornire informazioni su appalti, o investire in borsa, o forse accumulare una serie di dati sensibili legati alla sfera personale di persone che un giorno avrebbero utilizzato in altro modo.
Le indagini degli investigatori del Cnaipic, il Centro nazionale anticrimine informatico della Polizia postale, hanno accertato che i due gestivano una rete di computer (botnet), infettati con un malware chiamato ‘Eyepyramid’. L’inchiesta è partita dalla segnalazione al Cnaipic dell’invio di una mail, arrivata all’Enav, che conteneva il virus in questione, il cui codice di acquisto rimandava a Giulio Occhionero.
Seguendo quella traccia gli investigatori sono risaliti alla rete botnet che, sfruttando il malware, riusciva ad acquisire da remoto il controllo dei computer e dei sistemi informatici delle vittime.