Nessuna irritazione da parte del ministero della Difesa per la direttiva sugli sbarchi del Viminale che vieta l’ingresso nelle acque italiane delle navi delle ong. Ad assicurarlo è il ministro dell’Interno Matteo Salvini: “Non mi risultano problemi con i vertici militari, fino a quando sarò ministro dell’Interno i porti restano chiusi. Una questione politica se altri vogliono una linea più morbida”, spiega il vicepremier in merito al presunto ‘sconfinamento’ nelle competenze della Difesa.
Fonti del Viminale precisano inoltre che “continuano le interlocuzioni dirette e ai massimi livelli tra Viminale e vertici militari, anche per definire le prossime strategie operative. Sono esclusi dissapori, polemiche o malumori anche per la direttiva diffusa ieri, che infatti ricalca alcuni passaggi già esplicitati in un analogo provvedimento di poche settimane fa”. “Non solo – sottolineano le stesse fonti – La Marina Militare ha dichiarato in documenti ufficiali trasmessi al Viminale di svolgere ‘l’importante attività di polizia dell’alto mare al fine di garantire la sicurezza anticipata delle frontiere marittime esterne’, e in base a questa attività ha chiesto (e già ricevuto in passato) significativi finanziamenti”.
Dal ministero dell’Interno sottolineano anche che all’articolo 12 del testo unico sull’immigrazione è previsto che le navi della Marina Militare “possono essere utilizzate” per “concorrere alle attività di polizia in mare“. La stessa legge sull’immigrazione, all’articolo 11, attribuisce al ministro dell’Interno la responsabilità di emanare “le misure necessarie per il coordinamento unificato dei controlli sulla frontiera marittima e terrestre italiana”.
Lo Stato Maggiore della Difesa, tuttavia, evidenzia che “le Forze Armate sono uno strumento tecnico operativo al servizio del Paese e che ogni attività viene pertanto svolta in aderenza alle indicazioni politiche e secondo la prevista linea gerarchica”. Una presa di posizione con cui si precisa che i militari rispondono al ministero di riferimento.
La direttiva anti-ong – Si tratta di una normativa molto stringente, con un ammonimento firmato Salvini alla nave ‘Mare Jonio’ che da due giorni è di nuovo in mare. L’invito alle autorità è quello di vigilare affinché “il comandante e la proprietà della Nave ‘ – si legge nella direttiva – si attengano alle vigenti normative nazionali ed internazionali in materia di coordinamento delle attività di soccorso in mare e di idoneità tecnica dei mezzi impiegati per la citata attività”. Che tradotto vuol dire: in un Paese si entra “se si ha il diritto ad entrarci”.