È finito “uno dei Governi peggiore della storia della Repubblica. Il progetto dell’alleanza giallo-verde dopo 14 mesi è fallito. Sono stati mesi drammatici. Il dibattito di ieri al Senato non è stato da meno. Il Governo ha terminato il suo percorso tra insulti e urla e con un tardivo racconto delle irresponsabilità”. Nicola Zingaretti apre così la direzione Pd chiamata a discutere la strategia del partiro dopo la fine del governo guidato da Giuseppe Conte e l’apertura delle consultazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
“Il problema più grave – continua il segretario dem – non è un se l’esercizio provvisorio ma la mostruosa manovra di bilancio che si dovrà fare. La clausola IVA vale 23 miliardi, il doppio dell’anno passato, la più alta di sempre. Con le altre spese obbligate si arriva a 30 miliardi È questa l’eredità avvelenata. Togliamoci dalla testa che si troveranno con facilità. Ecco perché la legge di bilancio è il punto di partenza di ogni confronto”.
Per Zingaretti, che invita il Pd all’unità, un governo di transizione non è una soluzione praticabile, anzi è rischiosa, quindi propone di verificare l’esistenza di una maggioranza solida perché se si deve andare al governo, questo deve essere il migliore possibile. No ad ammucchiate confuse o manovre di palazzo. E se non sarà possibile formare un esecutivo forte, “di svolta per la legislatura”, allora si andrà subito al voto. La relazione è stata approvata per acclamazione, all’unanimità dalla direzione.