La storia dell’asilo pubblico di Vercelli paradossalmente intitolato a Janusz Korczak, medico e pedagogo polacco nato a Varsavia nel 1878 e morto nel campo di concentramento nazista di Treblinka il 6 agosto 1942, ha fatto e fa molto discutere. Ci si chiede come la direttrice e le altre maestre non si siano accorte dei metodi violenti (per i gesti e per la voce) utilizzati dalle tre maestre della sezione più lontana e staccata dalle altre. La sezione dove i bambini venivano strattonati, presi a sberle e, soprattutto minacciati con urla disumane che, nelle registrazioni, diventano quasi l’aspetto più pesante, quello che, dopo pochi secondi di ascolto ti fa venir voglia di spegnere, di non sentire, di non pensare più alla paura, al terrore che devono essersi insinuati nelle menti e nel cuore di quei poveri bambini.