“L’espansione economica rimane solida e ampia nei Paesi e settori dell’area dell’euro, sostenuta principalmente dalla domanda interna”. Il presidente della Bce, Mario Draghi, parla in audizione di fronte alla commissione Affari economici e monetari del Parlamento europeo. “Nonostante la solida ripresa economica, le dinamiche inflazionistiche devono ancora mostrare segnali convincenti di una tendenza al rialzo autosufficiente”.
Draghi sottolinea che “le pressioni inflazionistiche sottostanti”, ovvero dei prezzi depurati dalle componenti volatili di energia e alimentari, “sono ancora sottotono” perché “i miglioramenti del mercato del lavoro che abbiamo osservato hanno ancora bisogno di tempo per tradursi in una crescita dei salari più dinamica”.
Infatti, spiega ancora il banchiere centrale, la “ricalibrazione” degli acquisti di asset da parte della Bce da 60 a 30 miliardi di euro a partire da gennaio e almeno fino al prossimo settembre “è intesa a preservare il grado di stimolo monetario che è ancora necessario per garantire un ritorno sostenuto dei tassi di inflazione verso livelli inferiori, ma prossimi al 2% nel medio termine”.
“Il raggiungimento di un percorso di crescita equilibrato richiede anche il rafforzamento della capacità dell’area dell’euro di affrontare i rischi, ogni volta che si concretizzino. Le attuali prospettive economiche – prosegue Draghi – offrono un’opportunità unica per ridurre la probabilità di gravi shock, rafforzando le strutture economiche degli Stati membri, con azioni politiche sia dal punto di vista fiscale che strutturale”.
Rispondendo a una domanda di una europarlamentare sul legame tra il dibattito tra le nuove norme sui crediti deteriorati, i cosidetti Npl, nelle banche dell’eurozona e la questione di uno schema comune di assicurazione sui depositi (Edis): “Condivisione e riduzione del rischio dovrebbero andare sempre di pari passo”. “Sugli Npl – ha aggiunto Draghi – è necessario uno sforzo congiunto a livello di gestori, ma anche a livello di unità di vigilanza e gli Stati membri devono garantire un contesto giuridico in cui questa questione possa esser risolto”. “Certi aspetti – prosegue il banchiere centrale – si rivolgono solo ai nuovi Npl, ma il problema è anche quello del lascito della crisi, in questo problema c’è molto anche degli Npl del passato”