Bufera sul presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che giovedì in un tweet ha dichiarato: “Dopo 52 anni è tempo per gli Usa di riconoscere appieno la sovranità di Israele sulle Alture del Golan“. Trump ha anche descritto il territorio (sottratto alla Siria nel 1967 e annesso in una mossa mai riconosciuta dalla comunità internazionale) come “criticamente strategico e d’importanza per la sicurezza dello Stato d’Israele e la stabilità regionale”. Parole che sono state condannate da numerosi Paesi, dalla Siria alla Russia.
Siria – Immediata la reazione della Siria. “La posizione americana nei confronti delle alture del Golan occupate dalla Siria riflette chiaramente il disprezzo degli Stati Uniti per la legittimità internazionale e la sua violazione palese del diritto internazionale”, ha detto una fonte del ministero degli esteri all’agenzia ufficiale Sana.
Turchia – “Non possiamo consentire la legittimazione dell’occupazione delle alture del Golan”, ha dichiarato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, aggiungendo che “le infelici osservazioni del presidente sulle alture del Golan hanno portato la regione sull’orlo di nuove tensioni”.
Iran – Per il ministro degli Esteri iraniano, Bahram Ghasemi, “le affermazioni affrettate di Trump porteranno a nuove crisi nella regione mediorientale”. “Non c’è altra soluzione possibile se non la fine dell’occupazione”, ha continuato Ghasemi specificando che “Israele, in quanto regime occupante, non ha sovranità su nessuna terra araba e islamica, e le sue aggressioni e occupazioni dovrebbero essere immediatamente interrotte”. Ghasemi ha infine ricordato che, secondo la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il Golan fa parte del suolo siriano.
Russia – Ha parlato di rischio destabilizzazione anche il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. “Al momento è solo un’affermazione ed è bene che rimanga tale”, ha aggiunto il portavoce. “Tali dichiarazioni – ha continuato Peskov – potrebbero considerevolmente destabilizzare la situazione, già tesa, in Medioriente”.