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Elezioni, programmi a confronto: le promesse dei partiti da meno tasse a più lavoro

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Tutti vogliono abbassare le tasse, sia pure con modalità e cifre differenti, e in generale semplificare il sistema fiscale, tutti ripartire dal lavoro, ridurre gli sprechi e mettere al centro la famiglia e la natalità. A poco più di 40 giorni dalle elezioni, la caccia al voto dei partiti è spietata, i leader promettono e tentano fughe in avanti per differenziarsi dai competitors, ma in realtà le proposte programmatiche degli schieramenti non sono poi così distanti. E se Silvio Berlusconi e Luigi Di Maio, dai salotti tv, non si risparmiano reciproci attacchi frontali, centrodestra e Movimento 5 stelle condividono più di una voce nella lista delle cose da fare nella prossima legislatura.

RIDUZIONE DELLE TASSE E SEMPLIFICAZIONE FISCALE Tutti i partiti prevedono di riuscire nei prossimi cinque anni a metter meno le mani nelle tasche dei cittadini. Se il primo punto del programma del centrodestra è l’introduzione di un’unica aliquota fiscale (Flat tax) per famiglie e imprese con la previsione di una no tax area e di deduzioni a esenzione totale dei redditi bassi e a garanzia della progressività dell’imposta, il Pd l’estensione degli 80 euro per le famiglie con figli a carico, compresi lavoratori autonomi e ‘incapienti’, mentre riduzione delle aliquote Irpef, niente tasse per redditi fino a 10mila euro, una manovra choc per le piccole e medie imprese con riduzione del cuneo fiscale e riduzione drastica dell’Irap sono le parole chiave del M5S. Pentastellati e centrodestra sposano poi la stessa tesi su abolizione di Equitalia e inversione dell’onere della prova: il cittadino è onesto fino a prova contraria.

RIDUZIONE DEBITO Riduzione del rapporto debito pubblico/Pil di 40 punti in 10 anni e più ricchezza grazie a maggiori investimenti in deficit per il M5S, che parla di riduzione delle spese improduttive, tagli agli sprechi e lotta all’evasione fiscale. Giù il debito pubblico fino a 100% del Pil in dieci anni, invece, per i dem, mentre non fa accenno ai conti dello Stato il programma del centrodestra.

LAVORO I dem propongono il salario minimo legale per chi non ha un contratto nazionale. “La cifra – spiega il vicesegretario Maurizio Martina – verrà stabilita da una commissione formata anche da rappresentanze sindacali e datoriali”. Poi avanti con il taglio permanente del costo del lavoro stabile per l’intera legislatura: dal 33 al 29% in 4 anni. Parla di “obiettivo di piena occupazione per i giovani” e di “azzeramento progressivo del precariato” il programma di FI, Lega e Fratelli d’Italia, mentre il M5S propone il reddito di cittadinanza per “rimettere l’Italia al lavoro” mettendo a bilancio “oltre 2 miliardi di euro” per la riforma dei centri per l’Impiego: “facciamo incontrare davvero domanda e offerta di lavoro e garantiamo formazione continua a chi perde l’occupazione”. In programma, poi, “investimenti ad alto moltiplicatore occupazionale per creare nuove opportunità di lavoro e nuove professioni”.

PENSIONI Via la legge Fornero per centrodestra e M5S. Entrambi gli schieramenti propongono poi di aumentare gli assegni minimi. Parlano di “pensione di cittadinanza: mai più sotto i 780 euro” i pentastellati, mentre il programma sottoscritto da Berlusconi, Salvini e Meloni prevede “l’aumento delle pensioni minime (l’ex Cavaliere aveva fissato quota mille euro mensili) e alle mamme”. Più cauto il Pd che si propone di intervenire sulla legge Fornero rendendo strutturali alcuni strumenti di flessibilità gratuita a chi ha condizioni di bisogno, come l’Ape social, e pensa all’istituzione di una ‘pensione di garanzia’ per giovani.

FAMIGLIA Propone un assegno universale per i figli a chi ha un reddito inferiore ai centomila euro all’anno e che copra anche gli incapienti il Pd. “Una cifra – spiega Martina prevedendo una voce di spesa complessiva di circa otto miliardi – dai mille ai tremila euro all’anno”. I dem pensano poi, mettendo a bilancio un miliardo, al modello francese (che piace anche al M5S) per asilo, cure, e baby sitter prevedendo una sorta di carta elettronica universale. Stanziano però 17 miliardi i pentastellati che pensano anche all’introduzione dell’iva agevolata per prodotti neonatali. Quoziente familiare e “Piano straordinario per la natalità con asili nido gratuiti e consistenti assegni familiari più che proporzionali al numero dei figli”, invece, per il centrodestra.

EUROPA Non fa cenno all’Europa, dopo aver a più riprese paventato la possibilità di un referendum sull’uscita dall’euro il M5S. Parte invece proprio dal rapporto con l’Ue il Pd, che propone di tornare a Ventotene e Altiero Spinelli e “riportare la politica” a Bruxelles. Ha definito “imprescindibile” l’Europa Silvio Berlusconi, per il quale la regola stabilita dal Patto di Stabilità sul rapporto deficit/Pil al 3% “è una regola che può essere discutibile, ma va rispettata”. Dice “no alle politiche di austerità” e sì a “una Revisione dei trattati europei”, il programma del centrodestra.

SICUREZZA E MIGRANTI Lotta al terrorismo, ripresa del controllo dei confini, blocco degli sbarchi con respingimenti assistiti e stipula di trattati e accordi con i Paesi di origine dei migranti economici, rimpatrio di tutti i clandestini le parole chiave del programma del centrodestra. Stop al business dell’immigrazione e cooperazione internazionale finalizzata anche alla stipula di trattati per i rimpatri anche per il M5S, mentre il Pd rivendica quanto fatto grazie al ‘piano Minniti’ in fatto di contrasto al traffico di esseri umani. Solo nel programma dem prevista la riproposizione dello ‘Ius culturae’.

SCUOLA Si propongono di abolire quella che entrambi definiscono “la cosiddetta ‘buona scuola’ centrodestra e M5S. Renzi pensa invece a una ‘correzione di rotta’ di quanto fatto.

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