Lo spettro del fascismo e del suo ritorno in Italia ha aleggiato per tutto il tempo della campagna elettorale. I fascisti del terzo millennio sono stati i protagonisti di molti fatti delle ultime settimane ma CasaPound è crollata.
Il fallimento dell’estrema destra è uno dei dati politici rilevanti di queste elezioni. CasaPound non ha raggiunto l’1 per cento: 0,93 per cento alla Camera e 0,84 per cento al Senato. Nessun seggio né alla Camera né al Senato per il movimento di Simone Di Stefano, dopo settimane di comizi e di azioni a favore della gente delle periferia. Una strategia che non ha pagato, una sorpresa dopo l’exploit delle Comunali dello scorso novembre 2017, con il movimento neofascista che ha raggiunto il 10 per cento in uno dei punti cardine della periferia romana.
Rinviato l’approdo in Parlamento dunque, con l’altra composizione neofascista Forza Nuova che ha avuto la stessa sorte, ben al di sotto dell’1 per cento e lontano anni luce dal 3 per cento necessario per avere accesso al Parlamento.
Stessa sorte è toccata a Potere al Popolo, soggetto politico nato tre mesi fa e che si è conquistato subito tanta attenzione. “Domani potrebbe succedere qualcosa di incredibile: che un movimento popolare senza appoggi, senza soldi, senz’altra arma che la determinazione e il coraggio arrivi in Parlamento”, scrivevano a poche ore dal voto quelli di Pap sulla loro pagina Facebook.
Nella nottata spunta un video dal loro comitato, con tanti commenti di chi sapeva che la salita era tostissima e si sente entusiasta anche soltanto per aver catturato l’attenzione. Potere al Popolo festeggia dunque l’1,6%, accogliendolo come un ottimo risultato, in attesa dell’assemblea pubblica convocata il 18 marzo a Roma.