L’Arcivescovo di Potenza monsignor Salvatore Ligorio ha reso noto di aver ricevuto due lettere di Papa Francesco, una indirizzata a lui e una a Filomena Iemma, la madre di Elisa Claps, la 16enne di Potenza uccisa da Danilo Restivo nel 1993, il cui corpo fu ritrovato nel sottotetto della chiesa della Trinità a Potenza nel 2010. Il Papa ha esortato monsignor Ligorio e la Diocesi a continuare nella pratica di un “ascolto amorevole e di un dialogo attento” con i famigliari di Claps “offrendo loro una presenza tenera e discreta, un ascolto amorevole e un dialogo attento, cosicché il comune impegno nel sostenere la prova e la preghiera fiduciosa possano favorire cammini di riconciliazione e di guarigione”. Il Santo Padre ha accolto il suggerimento, più volte espresso dall’Arcivescovo, di “custodire la memoria di Elisa” facendo della Trinità “un luogo per la preghiera silenziosa, l’adorazione, la ricerca del conforto interiore e spirituale e per la promozione di una serena riflessione sulla sacralità della vita”.
Famiglia: “Grazie al Papa per parole, ma troppi silenzi e omissioni”
“Le parole di Papa Francesco, ancora una volta, ci sorprendono e ci confortano, giungendo in un periodo emotivamente faticoso. Siamo grati al Santo Padre perché continua a manifestarci vicinanza e affetto e accogliamo la sua lettera con riconoscenza”. Così Gildo Claps, fratello di Elisa. “Per quanto riguarda la riapertura della Chiesa nei cui locali è stato nascosto per 17 anni il corpo di Elisa, non possiamo far altro che registrare la decisione assunta dalla Curia. Non spetta a noi stabilire il destino di quella chiesa, come invece è stato fatto da altri per il destino di Elisa”, prosegue Claps. “‘Signore io non sono mai sola perché tu cammini accanto a me’, scriveva Elisa nei suoi diari. Se pensiamo alla sua profonda fede e al fatto che proprio nella casa di Dio ha trovato la morte, non possiamo essere favorevoli alla riapertura della chiesa. Non tanto perché è lì che è stata uccisa, quanto per il fatto che il suo corpo è stato artatamente occultato e successivamente fatto ritrovare in circostanze e tempi ancora non chiariti e che difficilmente possano escludere il ruolo più o meno attivo di esponenti dell’ambiente ecclesiastico. Tuttavia l’ultima decisione spetta alla comunità: saranno i cittadini di Potenza a scegliere se ascoltare la Parola di Dio in quel tempio. Come il Santo Padre riteniamo una ‘buona intenzione che la Chiesa della SS. Trinità custodisca la memoria di Elisa’ ma ribadiamo, ancora una volta, che la riconciliazione passa attraverso un’assunzione di responsabilità e di scuse rispetto ai tanti silenzi e alle omissioni che hanno preceduto e seguito il ritrovamento dei resti di Elisa. Senza pentimento non ci può essere remissione”, conclude.