Piazza del Popolo gremita con maxi-schermo allestiti per l’ultimo saluto a Fabrizio Frizzi, morto domenica a 60 anni. Il feretro è stato accolto da un lungo e caloroso applauso. Giovani, famiglie e anziani affollano tutta l’area circostante alla chiesa degli artisti dove verrà celebrato il funerale del noto showman. La gente, in lacrime, ha salutato Frizzi urlando “Fabrizio-Fabrizio”. In molti ripetono, come un mantra, “per noi era come un fratello”.
Molti i personaggi dello spettacolo: da Paolo Bonolis ad Antonella Clerici, Max Giusti, Milly Carlucci, Carlo Conti e tanti altri.
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Oltre 1.500 dipendenti Rai, dopo le circa 10mila persone di martedì, hanno reso omaggio al conduttore nella camera ardente allestita nella sede di viale Mazzini, aperta anche mercoledì dalle 8.30 alle 10.30 prima dei funerali. Tra loro, anche la presidente Rai, Monica Maggioni, che ha voluto salutare il popolare presentatore.
LA MALATTIA – Il primo malore il 23 ottobre scorso negli studi della Dear mentre sta registrando una puntata della ‘Eredità’, in onda dal lunedì al venerdì nel preserale di Ra1. Viene soccorso e con un comunicato Rai si fa sapere che “le condizioni sono stabili”.
Il 15 dicembre il conduttore torna al timone del programma. Grandi sorrisi, anche se dal volto si evince un po’ di fatica, e solito ottimismo e un “grazie di cuore a tutti, mi avete dato una grande forza”. Il 25 gennaio, in un’intervista al Corriere, dice: “Ora non sono guarito del tutto, ma l’aver ripreso il lavoro, una vita simil-normale, mi dà una carica di adrenalina che è una terapia aggiunta a quella medica”. E ancora: “Lotto per continuare a veder crescere la mia creatura, Stella, per esserle d’aiuto e un punto di riferimento”. E per il suo compleanno, che cade il 5 febbraio, esprime un desiderio: “Vorrei solo un pensiero affettuoso da chi mi vuol bene e un augurio per il proseguo della vita”.
Da quel momento continua a lavorare, non negando mai le difficoltà delle terapie e dalla riabilitazione, i “momenti di sconforto”, senza dimenticare l’autoironia (“Non esco molto, ho sempre bisogno del restauro”) e lanciando messaggi di coraggio infinito (“la vita è meravigliosa”).
Poi l’emorragia cerebrale che l’ha portato via per sempre.