Bruxelles (Belgio), 18 dic. (LaPresse) – “Ogni nuova infrastruttura dovrebbe essere interamente coerente con il Terzo pacchetto energia e l’ulteriore normativa europea in materia, così come con gli obiettivi dell’Unione energetica, così come la riduzione della dipendenza energetica e la diversificazione dei fornitori, delle fonti e dei percorsi di afflusso”. E’ tutto in questa frase, di per sé abbastanza generica, il conflitto Italia-Germania sulla Russia. Al centro infatti c’è proprio la questione del gas russo: da un lato il raddoppio del gasdotto North Stream, che dovrebbe collegare l’Europa alla Russia attraverso il Mar Baltico. Un progetto che, nonostante la linea dura di Berlino sulle sanzioni, non ha ricevuto alcuno stop. Dall’altro il South Stream, che invece è rimasto fermo, ufficialmente a causa di un bando di gara in Bulgaria che violava le regole del mercato unico limitando l’accesso solo alle aziende bulgare.
Gas, banche e Russia: i temi che dividono Italia e Germania
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