Rimane ai massimi livelli la tensione tra israeliani e palestinesi dopo che lo Stato ebraico ha lanciato venerdì l’operazione ‘Breaking Dawn’ nella Striscia di Gaza contro il gruppo militante Jihad islamica. Le sirene anti-aereo sono risuonate nella parte sud di Tel Aviv, oltre che in città israeliane centrali come Rishon Lezion e Holon, per la prima volta dall’inizio dell’escalation. Sirene anche ad Ashkelon, Sderot e in altre città vicino al confine con la Striscia. È di almeno 15 morti e 125 feriti il bilancio dei raid aerei di Israele nella Striscia, tra cui una bambina di 5 anni. I combattimenti iniziati venerdì con l’uccisione da parte di Israele di un alto comandante della Jihad islamica palestinese sono continuati per tutta la notte.
“Al momento non si parla” di ritorno alla “calma o di mediazione” con Israele e “la situazione va verso un’escalation”, ha affermato un funzionario del movimento. Il premier israeliano, Yair Lapid, ha convocato il Gabinetto di sicurezza.Le forze di difesa israeliane hanno indicato in 350 il numero di razzi e colpi di mortaio lanciati verso Israele dalla Jihad islamica palestinese da venerdì. Il sistema di difesa aerea Iron Dome avrebbe intercettato 162 colpi, dimostrando un tasso di successo del 95,9%.Poco prima di mezzogiorno Israele ha intensificato i raid sulla Striscia: dopo avere avvertito i residenti tramite telefonate, gli aerei da combattimento hanno lanciato due bombe sulla casa di un membro della Jihad islamica in una zona residenziale di Gaza City, schiacciando la struttura a due piani e danneggiando gravemente le case circostanti. Donne e bambini si sono precipitati fuori dalla zona e non sono state registrate vittime. L’Autorità per l’energia di Gaza ha annunciato invece la chiusura della centrale elettrica di Gaza a causa della sospensione delle forniture di carburante.La Jihad islamica sostenuta dall’Iran è più piccola di Hamas ma condivide in gran parte la sua ideologia. Entrambi i gruppi si oppongono all’esistenza di Israele e hanno effettuato decine di attacchi mortali nel corso degli anni, incluso il lancio di razzi su Israele. Al momento Hamas, al governo a Gaza, sembra rimanere ai margini del conflitto, mantenendone l’intensità contenuta. Israele e Hamas hanno combattuto quattro guerre e diverse battaglie di minore entità negli ultimi 15 anni, con un costo altissimo per i 2 milioni di palestinesi residenti nella Striscia. In un discorso televisivo alla nazione venerdì, Lapid ha affermato che il paese ha lanciato gli attacchi basati su “minacce concrete”.
“Questo governo ha una politica di tolleranza zero per qualsiasi tentativo di attacco – di qualsiasi tipo – da Gaza verso il territorio israeliano”, ha detto Lapid, “Israele non starà a guardare quando ci sono coloro che stanno cercando di danneggiare i suoi civili”, “Israele non è interessato a un conflitto più ampio a Gaza, ma nemmeno ne eviterà uno”. La Jihad islamica ha reso noto che Taiseer al-Jabari, il suo comandante per il nord di Gaza, è stato ucciso. Era succeduto a un altro militante ucciso in un attacco aereo nel 2019. Ciò ha innescato un pesante ciclo di combattimenti tra Israele e il gruppo militante. Un portavoce militare israeliano ha detto che gli attacchi erano in risposta a una “minaccia imminente” da due squadre di militanti armate di missili anticarro. L’inviato speciale delle Nazioni Unite nella regione, Tor Wennesland, ha dichiarato che “il lancio di razzi deve cessare immediatamente e faccio appello a tutte le parti per evitare un’ulteriore escalation”.L’Unione europea ha invece detto di seguire “con grande preoccupazione gli ultimi sviluppi a Gaza” e ha chiesto “la massima moderazione a tutte le parti per evitare un’ulteriore escalation e ulteriori vittime”. “Sebbene Israele abbia il diritto di proteggere la sua popolazione civile, è necessario fare tutto il possibile per prevenire un conflitto più ampio, che colpirebbe innanzitutto le popolazioni civili di entrambe le parti e provocherebbe ulteriori vittime e maggiori sofferenze“, ha sottolineato il portavoce del Servizio di azione esterna dell’Unione europea Peter Stano, “questi ultimi eventi evidenziano ancora una volta la necessità di ripristinare un orizzonte politico e garantire una situazione sostenibile a Gaza”.