“Questo non porterà mai a un’Europa di serie A e una di serie B, non porterà a un’Europa dei piccoli e dei grandi Paesi, a un’Europa dell’est e a un’Europa dell’ovest”. Così il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha difeso l’idea di un’Europa a più velocità, intervenendo al Parlamento europeo per un dibattito sul futuro dell’Unione europea in vista del 60/mo anniversario dei trattati di Roma. “Ognuno – ha ricordato il premier – ha il proprio livello di ambizione ma tutti possono scegliere di partecipare, ora o in futuro, a forme di collaborazione rafforzata e tutti saranno coinvolti nel progetto comune”.
Secondo Gentiloni, “più democrazia, con i cittadini e i loro eletti al centro, è in fondo la garanzia più forte perché questo progetto comune possa andare avanti nei prossimi dieci anni”.
“Non ci sono le condizioni ora per fare dei passi avanti istituzionali enormi, ma dobbiamo metterci in marcia ora. Un’Europa ferma è un’Europa destinata a tornare indietro”, ha aggiunto Gentiloni. “L’Europa non può stare ferma e ha il dovere nei confronti dei propri concittadini di dare risposte alle emergenze e alle sfide che abbiamo davanti”.
Poi su tema dei migranti, il premier ha sottolineato: “Dobbiamo condividere l’impegno per la sicurezza delle nostre frontiere e per una strategia comune per gestire i flussi migratori. Se i Paesi che sono in prima fila in questa gestione vengono lasciati soli non ci sarà fiducia nel futuro dell’Unione europea”.