Ventunesimo sabato dei gilet gialli in piazza in Francia. All’insegna di “21mo atto” la manifestazione risveglia nuovamente dei timori. Il 16 marzo si era trasformata in una razzia degli Champs Elysées, con rapine in gioielleria, casseurs e saccheggi. E aveva portato alla rimozione del prefetto di Parigi da parte del primo ministro Edouard Philippe.
Per questo in vista del 21esimo atto di protesta del movimento iniziato contro il rialzo dell’imposta sul carburante, il suo successore Didier Lallement ha vietato assembramenti per i manifestanti dai giubbetti gialli lungo la maxi arteria parigina. In particolare, il divieto di manifestazione interessa la parte del viale più conosciuta ai turisti, quella compresa tra Place de l’Etoile e la rotonda degli Champs Elysées e i primi cento metri delle perpendicolari. Sarà imponente lo schieramento di forze dell’ordine. La ‘zona rossa’ è allargata anche alla Presidenza della Repubblica, cioè il Palazzo dell’Eliseo, e la sede dell’Assemblea nazionale.
L’atto 21 arriva tre giorni dopo il rigetto da parte del Consiglio costituzionale dell’articolo di punta della legge anti-casseur, voluta dalle autorità per contrastare violenze durante le dimostrazioni dei gilet gialli. Questo articolo avrebbe dovuto permettere di emettere divieti amministrativi per dire no a proteste ritenute “minaccia di una gravità particolare per l’ordine pubblico”. Il Consiglio costituzionale, tuttavia, ha approvato altri due punti della legge anti-casseur: perquisizione di borse e veicoli vicino alla manifestazione e la istituzione del reato di occultamento volontario del volto. Queste misure non si applicheranno oggi, per mancanza di un decreto pubblicato nella Gazzetta ufficiale. Questo sabato, i “gilet gialli” cercheranno di invertire la tendenza che vede in affanno il loro movimento dopo quasi cinque mesi in prima linea a protestare contro la politica fiscale e sociale del presidente Emmanuel Macron. Mentre erano 282.000 a manifestare in tutta la Francia il 17 novembre, la loro prima mobilitazione, invece sabato scorso c’erano solo 33.700, tra cui 4.000 a Parigi, secondo le cifre del Ministero degli Interni, Cifre puntualmente contestate dai “giubbotti gialli”.
I promotori della protesta rivendicano di avere portato in piazza 105.084 manifestanti il 30 marzo scorso. I temi di oggi giustizia fiscale e lotta contro l’ottimizzazione fiscale dell’Eliseo, giustizia sociale ed ecologia. L’ inquilino dell’Eliseo, Emmanuel Macron, punta sulla fine del ‘grande dibattito nazionale’, varato per contrastare la crisi sociale, e per mobilitare gli elettori in vista delle prossime elezioni europee. Il capo dello Stato francese proverà a dare una ‘risposta europea’ alle proposte presentate dai cittadini durante l’iniziativa lanciata a metà gennaio per mettere fine alla crisi dei gilet gialli. L’Eliseo ha confermato che il capo dello Stato annuncerà nuove misure a metà aprile, probabilmente prima di Pasqua. E secondo il suo entourage, potrebbe prendere decisioni fino all’estate, con in mezzo proprio le consultazioni europee del 26 maggio, banco di prova da affrontare con i sondaggi che parlano di uno scetticismo dell’opinione pubblica sulla linea del governo Marcron.