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Gobeklitepe, dove tutto ebbe inizio

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Se per molti la Mesopotamia è un vecchio ricordo di scuola, l’immagine di una cartina gialla e verde tra il blu del Tigri e dell’Eufrate, ecco un viaggio tra i segreti della storia, nella bellezza di una civiltà antica che ancora ci riserva sorprese.

Siamo nel sud-est della Turchia, a 50 chilometri dal confine siriano, tra le fertili pianure della mezzaluna ambita da popoli e re in ogni tempo, nella regione sud-orientale dell’Anatolia, E’questa la mitica terra sacra di Sanliurfa, l’antica Ur, dove vissero gli Urriti, nell’Età del Bronzo (dal 2000 a.C. al 1500 a.C.) e gli Ittiti, il più noto dei popoli anatolici, dal 1200 a.C. Qui nacque Abramo, in una grotta in prossimità dell’attuale moschea di Mevlid Halil. La sua tomba, venerata da religioni diverse, è, ancora oggi, meta di pellegrinaggio e luogo di pace, cosi come il laghetto che porta il suo nome, con le sue carpe sacre, luogo di bellezza e di pace, perfetto per ricominciare a pensare, a sognare, a capire.

Sanliurfa è nota come la città dei profeti, ma è anche il cuore della più grande scoperta archeologica del 21 secolo: Göbekli Tepe, il primo tempio in pietra conosciuto al mondo. Si trova a circa quindici chilometri, vicino al villaggio di Orencik, in cima ai quindici metri di una collina artificiale delimitata da muri a pietra grezza. Il solo pensiero di quanti anni abbia questo luogo sacro è una vertigine: 12mila, secondo la datazione al radiocarbonio. Per trovare dei punti di riferimento in tale immensità provate a pensare che ottomila anni prima di Stonehenge, settemila anni prima delle piramidi di Giza, qui a Göbekli Tepe qualcuno costruì il monumentale santuario megalitico che ci troviamo ora davanti agli occhi.

Qualcuno, prima degli utensili in metallo e prima della ruota, arrivò qui e creò questi pilastri da 14 tonnellate, precisissimi nel taglio e nelle decorazioni, per realizzare quello che è un “assoluto” dal punto di vista archeologico, un mistero ancora da svelare. In gioco c’è il ribaltamento della consolidata ipotesi che vede nella nascita dell’agricoltura la causa della sedentarizzazione dell’uomo. Questo tempio porta invece il messaggio opposto: arriva a noi dal Neolitico ceramide per riscrivere la storia e dirci che il senso del sacro, la venerazione per le divinità, nella storia umana, sono comparsi prima dell’agricoltura e potrebbero essere causa di sedentarizzazione.

Ritrovato nel ’63 da archeologi turchi e statunitensi, Göbekli Tepe vide la luce nel 1995 – grazie ad una missione congiunta del museo di Sanliurfa e dell’Istituto Archeologico Germanico diretta da Klaus Schmidt – ma solo nel 2018 è entrato nella lista Unesco. Aperto al pubblico da aprile, è protetto da una apprezzabile copertura – sicuramente migliore di tante altre che vediamo in Italia – che, come si vede dalle foto, bene si

armonizza con il luogo. Il santuario è composto da quattro cerchi realizzati con pietre in calcare pesanti circa 14 tonnellate. Non si sa come siano state collocate, dato il peso, né come siano state rifinite in modo cosi perfetto. Fino od oggi sono circa 40 le pietre a forma di T portate alla luce: alte sei metri e scolpite con magnifici rilievi di animali e motivi geometrici, con il loro enigmatico silenzio stanno riscrivendo la storia umana. Intanto, a pochi metri di distanza, si continua a scavare. Gli studiosi hanno motivo di credere che nell’area ci fossero tanti templi, una ventina, ed ipotizzano quindi che Göbekli Tepe fosse il centro di pellegrinaggio del Neolitico, poi misteriosamente seppellito.

Molto si fantastica su questo luogo straordinario. Tra le ipotesi avanzate, una delle più suggestive sostiene che si stabilirono qui Adamo ed Eva dopo la cacciata dall’Eden (la terra che circonda il Göbekli Tepe fu il luogo in cui il grano è stato coltivato per la prima volta e, secondo la Bibbia, Adamo fu il primo a coltivare il grano). Comunque sia andata, ora il santuario è sotto gli occhi di tutti e, nel silenzio dei millenni, ci parla di noi, della nostra storia, di qualcosa che appartiene da sempre all’essenza dell’uomo e che spesso non siamo più capaci di leggere. E’un luogo intimo Göbekli Tepe. Andate a visitarlo, lasciatevi incantare.

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