Dopo la batosta subita alle elezioni siciliane il Pd prova a riorganizzare il campo. Non mancano, però, i continui attacchi da parte degli ex compagni di strada. Lorenzo Guerini, coordinatore politico dem, contattato da LaPresse al telefono, chiede “rispetto”, anche quando a parlare è la seconda carica dello Stato.
Pietro Grasso dice che non c’è più il Pd, che il vero Partito democratico era quello di Pier Luigi Bersani…
Non sono interessato alle polemiche quotidiane, però credo sia giusto chiedere rispetto per il nostro partito, per le migliaia di donne e uomini che ci militano e per i tanti italiani che lo votano. Io non mi sognerei mai di non avere rispetto per un soggetto politico, per quanto piccolo, come quello di cui Grasso mi pare aspiri a diventare leader.
Il Pd vive comunque un momento non semplice. Andrea Orlando e le minoranze chiedono atti concreti nella costruzione della coalizione di centrosinistra. Cosa succederà lunedì in direzione?
Il Pd è impegnato nella costruzione di un campo largo e plurale che possa vincere nei collegi uninominali, consentendo a ciascuno di fare la sua corsa sulla parte proporzionale, in alternativa alla destra e ai 5stelle. Sono loro gli avversari da battere, vorrei ricordarlo, non il Pd.
Intanto sui media è lo scontro tra Consob e Bankitalia a farla da padrone ed emerge il timore che possa essere coinvolto nella polemica anche il numero uno della Bce Mario Draghi. Il Pd che pensa?
A noi interessa la ricerca della verità, è per questo che il Parlamento ha costituito la commissione d’inchiesta. Lasciamo lavorare la commissione, che sta ben facendo, senza inventarsi scenari o intendimenti che non esistono. Ripeto a noi, e penso anche gli italiani, interessa solo far luce sulle vicende che si sono consumate nel sistema bancario negli anni alle nostre spalle, cosa ha funzionato e cosa no, anche nel sistema di vigilanza e controllo. E mi pare che, anche alla luce delle audizioni di ieri, il Parlamento abbia fatto bene a far nascere la commissione d’inchiesta.