Jimmy Lai in manette, prelevato nella sua lussuosa residenza privata. Il governo di Hong Kong alza il tiro e sembra voler dare segnali inequivocabili, all’interno e all’esterno: è un arresto di altissmo rango quello operato dalla polizia dell’ex colonia britannica, quello del più importante e conosciuto editore e tycoon dei media locali. Un’azione muscolare non per caso operata sotto i riflettori. L’uomo portato via da casa sua, gli uffici perquisiti. Così il Governo dell’isola mosso dal burattinaio cinese mette in scena l’applicazione più spettacolare possibile della nuova e controversa legge di ‘sicurezza nazionale’ imposta da Pechino lo scorso giugno. Le autorità di Hong Kong hanno fatto sapere che oltre a Jimmy Lai altri sei suoi collaboratori sono stati arrestati. Lai è il proprietario e l’editore del popolarissimo tabloid Apple Daily oltre ad essere riconosciuto come uno dei più importanti sostenitori del movimento pro democrazia. Fonti del gruppo editoriale hanno fatto sapere come le forze del’ordine abbiano fatto irruzione nei locali della società, mettendo sotto sequestro locali e materiale sensibile. Un cordone imponente di agenti hanno sigillato il perimetro intorno al quartier generale della Next Digital. Diversi sarebbero i dipendenti posti in stato di fermo
Hong Kong, Pechino fa arrestare il media tycoon pro democrazia
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