2 agosto 1980 – 2 agosto 2020. Il quarantesimo anniversario dalla strage di Bologna arriva ai tempi del covid e anche il fischio del treno che non giunse in stazione alle 10.25 echeggia via streaming in piazza Maggiore: unico modo per evitare assembramenti. Ottantacinque i morti e oltre 200 feriti ancora senza verità. E quest’anno come non mai arriva unanime il grido delle più alte cariche dello Stato e dei leader politici.
Individuate le responsabilità di esecutori, depistatori e finanziatori del” più grave attentato dell’Italia repubblicana” (così lo definì Sandro Pertini), all’appello mancano ancora i mandanti. Sergio Mattarella richiama tutti al “dovere della memoria” e, al contempo, “all’esigenza di piena verità e giustizia e alla necessità di una instancabile opera di difesa dei principi di libertà e democrazia”. Elisabetta Casellati non nasconde l’emozione per essere a Bologna e, ai familiari delle vittime, assicura. “Senza verità un Paese non ha futuro”.
A Bologna il sindaco e i familiari delle vittime, dopo tanta attesa, adesso ci credono. “Siamo a un passo dalla piena verità e giustizia. Il comune di Bologna sarà parte civile – dice il sindaco Virginio Merola – Siamo vicini un grande risultato, molto importante. I bolognesi hanno contribuito a restituire verità e democrazia a questo Paese”. “Finalmente le speranze di ottenere una completa verità sull’episodio più atroce della storia del nostro Paese cominciano a realizzarsi”, dice il presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime Paolo Bolognesi.
E quando la verità sembra più vicina, da Vito Crimi arrivano le scuse: “Ci sono fatti concreti che possiamo raccontare ma 40 anni pesano come un macigno. La serietà impone che da oggi si ponga un punto fermo. Dopo 40 anni si può solo chiedere scusa. Non è accettabile, non è ammissibile. Stiamo lavorando per la verità, ma questo non ferma il trascorrere del tempo. Ecco perché oggi le scuse, sono le uniche parole degne di decenza”, dice il vice ministro dell’Interno.
Anche il centrodestra preme per la verità. “Verità su tutte le stragi, niente deve rimanere segreto o impunito”, twitta Matteo Salvini, mentre Giorgia Meloni rivolge un appello a Conte: “Desecreti gli atti relativi a quel tragico periodo storico. Lo dobbiamo alla verità e alle famiglie delle vittime”. “C’è una verità processuale che va ovviamente rispettata, ma – insiste anche la presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini – restano ancora troppe ombre da diradare per arrivare alla piena verità”.
Nel 1995 furono condannati per la strage gli appartenenti ai Nar Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, “come appartenenti alla banda armata che ha organizzato e realizzato l’attentato di Bologna”, ora in libertà condizionale. Nel 2007 si aggiunse la condanna di Luigi Ciavardini, minorenne all’epoca dei fatti, seguita nel 2020 da quella di Gilberto Cavallini.