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Il Canada dice sì alla cannabis ricreativa: è il primo Paese del G7

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Il Canada dice sì alla legalizzazione della cannabis a scopi ricreativi. Il Parlamento ha approvato il progetto di legge del governo del premier Justin Trudeau: lo aveva già fatto una prima volta all’inizio del mese, ma dal momento che erano stati introdotti degli emendamenti è stato necessario un nuovo passaggio in aula. Il Senato ha approvato nella notte italiana il testo della ‘legge sulla cannabis’ con 52 voti a favore e 29 contrari, un giorno dopo il via libera definitivo alla Camera con 205 voti a favore e 82 contrari. Adesso manca soltanto il via libera reale, tramite l’assenso del governatore generale (cioè il rappresentante della regina Elisabetta II), che dovrebbe arrivare probabilmente entro settembre. Si tratta solo di una formalità, che porterà all’entrata in vigore del consumo libero di marijuana.

Inizialmente il via libera era stato pensato per coincidere con la festa nazionale canadese del 1° luglio, ma gli emendamenti in Parlamento l’hanno fatta slittare di qualche mese, in considerazione anche della sospensione estiva delle attività parlamentari per due settimane, fino alla metà di settembre.

Il Canada, che all’inizio del mese ha ospitato un summit del G7, è il primo Paese del G7 a legalizzare questa droga leggera per scopi ricreativi (l’uso della marijuana a fini medici era già legale dal 2001). La cannabis è invece già legale in Uruguay. La marijuana libera era stata una promessa elettorale del primo ministro Justin Trudeau, il quale fra l’altro nel 2013 aveva confessato di avere fumato un joint con gli amici “cinque o sei volte”. La motivazione addotta: scalzare i trafficanti e proteggere così i giovani.

Trudeau, fra l’altro, è convinto che altri grandi Paesi seguiranno il Canada: alcuni Paesi occidentali “riconoscono che il Canada è audace e riconoscono l’onestà” del Paese, che ammette che il sistema repressivo attuale “non funziona per impedire ai nostri giovani di avere accesso facile alla cannabis”, aveva dichiarato un mese fa il premier canadese ad AFP. “In molti Paesi, in particolare in Canada, è più facile (per un minorenne ndr.) comprare un joint che comprare una birra, non ha alcun senso! E in più è una fonte di rendita spaventosa per il crimine organizzato”, aveva aggiunto.

Per arginare crimine organizzato e traffico illegale, il governo canadese raccoglierà entrate fiscali su un mercato stimato fra 6 e 7 miliardi di dollari canadesi, pari a fra 3,9 e 4,5 miliardi di euro. Per ogni grammo di cannabis venduto a un prezzo inferiore o uguale a 10 dollari, sarà raccolto un diritto di accisa di un dollaro canadese (0,65 euro), ripartita fra Stato federale e province. Sono 105 le imprese che hanno ottenuto l’autorizzazione per coltivare marijuana e realizzare prodotti a base di questa sostanza, come per esempio dolci, bevande e leccornie di vario tipo. Inoltre i privati potranno coltivare fino a quattro piante di cannabis a casa, con restrizioni che spettano alle province. Parallelamente, però, il governo ha previsto di investire oltre 260 milioni di dollari in operazioni di prevenzione dei rischi associati al consumo di cannabis.
 

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