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Il Governatore toscano Rossi indagato nell’inchiesta sui bus nella Regione

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 Indagato anche il Governatore Enrico Rossi nell’ambito dell’inchiesta sulla gara per gli autobus in Toscana. Il suo nome si aggiunge a quello degli altri sei indagati: Riccardo Buffoni e Ivana Malvaso, funzionari della Regione, Patrizia Lattarulo, Gabriella Rorandelli, Stefano Pozzoli e Mario Sebastiani componenti della Commissione che ha decretato l’aggiudicazione ad Autolinee Toscane. “A volte, ricevere un avviso di garanzia è segno del fatto che si fanno cose importanti a favore dei cittadini e che si toccano interessi che non vogliono mettersi da parte e accettare gli esiti di gare regolari e trasparenti – ha scritto stamattina su Facebook il Presidente della Regione – Mi era già accaduto per la realizzazione dei quattro nuovi e moderni ospedali di Massa, Lucca Pistoia e Prato, che hanno contribuito in modo determinante a gestire bene in Toscana la lotta contro il Coronavirus. Ora è capitato nuovamente a causa di un esposto fatto dalla cordata di imprese che ha perso la gara regionale per il trasporto pubblico locale su gomma”. L’inchiesta è stata aperta dalla procura di Firenze sulla gara per l’assegnazione del servizio regionale di trasporto pubblico, a seguito di un esposto presentato da una delle società del consorzio Mobit, risultato perdente.

 “Questa associazione di imprese – sottolinea Rossi riferendosi a Mobit – non solo ha strumentalmente usato la giustizia amministrativa perdendo regolarmente tutti i ricorsi, facendo così ritardare il contratto con l’impresa vincente e quindi la partenza del servizio ma, come ultimo colpo di coda per bloccare le regolari procedure, ha fatto anche un esposto alla procura mettendo sotto accusa oltre a me, l’intera commissione regionale e i dirigenti del settore mobilità”. Il fascicolo d’inchiesta, condotta dalla guardia di finanza, è stato aperto per le ipotesi di reato di falso e turbativa d’asta. L’appalto, oggetto dell’indagine riguarda tutto il servizio di trasporto pubblico locale su gomma della Toscana, assegnato dalla Regione per la durata di 11 anni (fino al 31 maggio 2031), dal momento in cui viene stipulato, perfezionato e diventerà attivo il contratto tra la stessa Regione e Autolinee Toscane. La vicenda è stata caratterizzata da un complesso contenzioso amministrativo aperto dal consorzio Mobit, formato da società di trasporto toscane che concorrevano insieme all’aggiudicazione della gara, contro la stessa Autolinee Toscane spa, società che fa parte del gruppo francese Ratp.

 Nel dicembre 2019, il Consiglio di Stato, esprimendosi su una precedente sentenza del Tar, ha valutato in sentenza la gara come legittima anche laddove aggiudica un unico lotto regionale – anziché come in passato ‘spacchettato per aree geografiche e di servizio – a un solo gestore per tutta la Toscana. Un altro ricorso al Tar, promosso da Mobit contro la richiesta di nuovi piani economici a corredo del bando e discusso il 26 febbraio scorso, è stato respinto, con un’ulteriore sentenza del Consiglio di Stato, il 15 giugno, che ha deciso che non venisse sospeso l’affidamento della gara per il trasporto pubblico su gomma.

 “Le accuse sono infamanti e ridicole – afferma il governatore della Toscana – Aspetto il momento giusto per procedere a querelare i calunniatori a cui consiglio di prepararsi a pagare per le loro diffamazioni. Per quanto mi riguarda l’accusa è di avere rilasciato, il 13 novembre 2015, dichiarazioni sull’esito provvisorio della gara, prima della sua conclusione formale. In realtà, coloro che hanno presentato l’esposto nascondono il fatto che la notizia già da un mese era di pubblico dominio e che la stampa e le agenzie nazionali l’avevano ampiamente riportata, poiché la seduta della commissione per l’apertura delle buste era stata pubblica, come prevede la legge, e quindi tutti erano a conoscenza del risultato”.
“La cosa più vergognosa e triste di questa vicenda – prosegue – è che con la strumentalizzazione della giustizia amministrativa e ora persino di quella penale si è sviluppato un contenzioso che ha ritardato di almeno 4 anni la partenza del nuovo servizio di trasporto pubblico locale, provocando un danno alle casse regionale di due milioni di euro per ogni mese, e impedendo ai cittadini di beneficiare da anni di un trasporto pubblico locale moderno e con autobus nuovi. Questa purtroppo è l’Italia”.
“La verità è che se non verranno modificate queste procedure, che impediscono alle pubbliche amministrazioni di arrivare in tempi brevi e nel rispetto della legalità al risultato, non potrà mai esserci ripresa e crescita della ricchezza e dell’occupazione – conclude – Mi auguro che questi giorni di consultazioni da parte del governo abbiano fatto capire che è importante non solo stabilire cosa fare ma anche come farlo e entro quali tempi”

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