“Mi rivolgo al Presidente Emiliano e al Sindaco Melucci facendo appello alla loro responsabilità e alla sensibilità istituzionale che ben conosco. Vi chiedo di ritirare il ricorso al Tar e di non mettere a rischio interventi per la bonifica ambientale e il lavoro che Taranto aspetta da anni”. È quanto si legge nell’appello che il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni rivolge al Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano dopo lo scontro avuto sull’Ilva con il ministro dello sviluppo eocnomico Carlo Calenda. “Da parte del Governo – aggiunge il premier – c’è piena disponibilità al confronto sulle questioni che avete sollevato. Conto su di voi, l’Italia e la Puglia hanno bisogno di leale collaborazione”.
La Regione Puglia risponde con una nota in cui si spiega che Michele Emiliano è “a disposizione del presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni ove voglia incontrarlo per illustrargli le ragioni del ricorso e il punto di vista della Regione Puglia sul piano industriale e sul piano ambientale dell’Ilva di Taranto”. Il ricorso, continua la nota, “ha il fine esclusivo di tutelare la salute dei cittadini e dei lavoratori da uno stabilimento per il quale è attualmente in corso un processo penale per disastro ambientale e avvelenamento di sostanze alimentari davanti alla Corte d’Assise di Taranto e per il quale occorre impedire che le condotte di reato siano reiterate”.
LE REAZIONI. “Consideriamo solo elemento di confusione quello che ha detto il governatore Emiliano rispetto alla rappresentatività sindacale. Non è mai esistito – ha dichiarato Marco Bentivogli, segretario generale Fim Cisl – un governatore di Regione che certifica la rappresentanza sindacale dentro uno stabilimento, che organizza e autoconvoca delle riunioni in contrasto con quelle istituzionali a livello di governo per ritardare ancora di più l’ambientalizzazione e creare problemi. Questa trattativa non ha bisogno di entrare nella campagna elettorale ma di un confronto vero. Invitiamo ancora una volta sindaco di Taranto e governatore a senso di responsabilità che finora non hanno dimostrato”.
“Anche da ex commissario liquidatore del comune di Taranto, – dice Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, in diretta a Omnibus, su La7 – consiglio al ministro Calenda di visitare e vivere la città per alcuni giorni approfittando della breve pausa natalizia, scoprirà una Taranto straordinariamente bella e martoriata che non può essere trattata nella vicenda più importante della sua storia con superficialità; perché ognuno di noi dopo un dibattito o un convegno o un accordo, va via, loro no, loro restano lì, vivono quella splendida città e hanno il diritto di viverla fino in fondo. Ilva è andata avanti in questi anni grazie al lavoro dei diversi commissari e dello Stato, in Parlamento abbiamo fatto almeno sette provvedimenti diversi in cinque anni. Da pugliese e da interlocutore istituzionale chiedo a Calenda intanto di mettere sul tavolo le garanzie, le fidejussioni di un grande gruppo, certamente serio come Mittal, che come ogni grande gruppo fa bene i propri interessi”. “Gli investimenti programmati per i prossimi anni – continua – sono vitali per Ilva e per i tarantini e chiedere certezze su modelli produttivi, bonifiche e investimenti non mi pare significhi essere dei signor no. Ci vuole rispetto reciproco e senso dello Stato sempre. Utilizzare il ricorso di Emiliano come un alibi l’ho trovato sbagliato. Non è corretto far passare il presidente della Regione Puglia come un rivoluzionario che non discute e dice no, perché la Puglia è terra del fare, e lo dicono i fatti e la vita di ogni giorno, basta andarci e viverla la Puglia per capirlo e Emiliano la rappresenta sempre con la massima disponibilità a trovare una soluzione”, ha aggiunto Boccia.