Sale la tensione sul futuro dell’Ilva, il giorno prima del tavolo convocato dal ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio. Il sindaco di Tarnato Rinaldo Melucci ha annunciato la sua intenzione di disertare il meeting in seguito all’annuncio del vicepremier di invitare alla discussione numerose sigle e comitati che, secondo il primo cittadino, “hanno parte della responsabilità di aver lacerato la comunità ionica in questi anni”.
“Il ministro ha scelto i suoi interlocutori e ha tracciato definitivamente la linea dei lavori, contro ogni nostro ulteriore possibilismo. Il Comune di Taranto non parteciperà a nuove iniziative in questa forma. L’Azienda e i Commissari sanno dove trovare il Sindaco quando la legge della Repubblica Italiana prevederà il suo coinvolgimento”, ha dichiarato Melucci, che ha poi duramente attaccato Di Maio: “L’Amministrazione del Civico Ente non si presterà a questo dilettantismo spaccone, che il Ministro Di Maio ci spaccerà sicuramente per trasparenza e democrazia, ma in realtà è solo una sceneggiatura ben congegnata per coprire il vuoto di proposte e di coraggio”.
Pronta la replica di Di Maio: “Il tavolo è stato convocato perché Arcelor Mittal ha chiesto di poter illustrare a tutti gli stakeholder le proprie proposte. Per me hanno diritto a partecipare tutte le rappresentanze dei cittadini coinvolti, incluse le associazioni e i comitati che in questi anni hanno svolto un ruolo essenziale. Ed è per questo che li ho invitati”.
“Il tavolo non è stato convocato per trasformarsi in un club privato dove si discute nell’oscurità. Tutto deve essere trasparente perché tutti devono prendersi le responsabilità di ciò che propongono – aggiunge – Stiamo parlando del futuro di migliaia di cittadini e lavoratori, chi preferisce può liberamente scegliere di non partecipare. Da Ministro lo accetto, ma ne trarrò le dovute conseguenze. È finita l’epoca delle riunioni che escludono i cittadini da qualsiasi tipo di discussione. Il nostro metodo è un altro. Fa rima con partecipazione e trasparenza. Gli altri metodi, sbagliati, e i vecchi schemi mentali ci hanno portato dove siamo oggi e non ripeteremo gli errori di chi ci ha preceduto”.