“In relazione alla vicenda del bonus Covid, il Garante per la protezione dei dati personali precisa che, sulla base della normativa vigente, la privacy non è d’ostacolo alla pubblicità dei dati relativi ai beneficiari del contributo laddove, come in questo caso, da ciò non possa evincersi, in particolare, una condizione di disagio economico-sociale dell’interessato (art. 26, comma 4, d.lgs. 33 del 2013). Ciò vale, a maggior ragione, rispetto a coloro per i quali, a causa della funzione pubblica svolta, le aspettative di riservatezza si affievoliscono, anche per effetto dei più incisivi obblighi di pubblicità della condizione patrimoniale cui sono soggetti (cfr., ad es., artt. 9 L. 441/1982 e 5 d.l. 149/2013, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 13 del 2014). Il Garante contestualmente comunica che sarà aperta una istruttoria in ordine alla metodologia seguita dall’Inps rispetto al trattamento dei dati dei beneficiari e alle notizie al riguardo diffuse”. È quanto si legge in una nota del Garante per la protezione dei dati personali.
Continua, intanto, la ‘caccia’ ai nomi di parlamentari che hanno chiesto il bonus di 600 euro all’Inps. Ancora non sono usciti allo scoperto i tre deputati – due leghisti e un 5 stelle – che lo percepito il bonus, ma il cerchio si stringe.Tra i parlamentari del Carroccio i nomi che circolano sono quelli di Andrea Dara e Elena Murelli, ai quali il partito avrebbe chiesto chiarimenti. “Finora non ho riscontri di deputati leghisti che abbiano preso il bonus”, commenta il capogruppo Riccardo Molinari. Il pentastellato Nicola Acunzo, invece, nega di aver chiesto il bonus. Dal Quirinale trapelano “amarezza e sconcerto” da parte del Capo dello Stato Sergio Mattarella.