Il capo della curva dell’Inter, Nino Ciccarelli, e un ultrà del Varese, tifoseria gemellata con i neroazzurri, sono stati arrestati nell’ambito dell’indagine sulla morte di Daniele Belardinelli, il tifoso del Varese investito da un suv in via Novara a Milano durante gli scontri fuori da San Siro che hanno preceduto Inter-Napoli il giorno di Santo Stefano. L’ordinanza è stata emessa dal gip Guido Salvini.
Prima di Ciccarelli è finito in carcere Marco Piovella, 33 anni, interista capo ultrà dei ‘Boys’, e Luca Da Ros, il tifoso 21enne dell’Inter arrestato dopo i tafferugli e ora ai domiciliari per aver collaborato coi pm. In tutto sono 23 le persone che sono state iscritte nel registro degli indagati per omicidio volontario e rissa aggravata. Accertamenti sono stati disposti sulle auto individuate dagli inquirenti, la Volvo V40 nera guidata da un 25enne napoletano e una seconda macchina, da quanto si è saputo una monovolume, che è stata bloccata sempre a Napoli. Il veicolo presenterebbe delle ammaccature ma si deve ancora verificare se siano compatibili con l’incidente che ha coinvolto l’ultrà del Varese.
Dai primi accertamenti pare che alla maxi rissa abbiano partecipato oltre un centinaio di tifosi nerazzurri e un’ottantina di napoletani, oltre a ultrà di tifoserie gemellate di Varese e Nizza. Molti di loro, però, avevano il volto travisato e il clima di omertà del mondo delle curve non sta aiutando il procuratore aggiunto di Milano Letizia Mannella e i pm Rosaria Stagnaro e Michela Bordieri a identificarli. L’ipotesi al momento è che Belardinelli sia stato prima investito da una macchina della carovana dei tifosi napoletani e poi un’altra auto gli sia passata sopra, ma al momento non ci sono certezze investigative. Proprio per accertare la catena di eventi e responsabilità che hanno portato alla morte di ‘Dede’, arrivato in ospedale ancora vivo nonostante le lesioni al bacino.