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Irregolari oltre due aziende su tre. Più di 3mila lavoratori in nero vittime di caporalato

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Oltre due aziende su tre sono risultate irregolari nel 2018 in rispetto alle normative sul lavoro. E’ un dato preoccupante quello che emerge dal rapporto annuale dell’attività di vigilanza in materia di lavoro e legislazione sociale, redatto da Inl e Inps. Le imprese presso le quali le verifiche effettuate hanno portato ad accertare illeciti sono state in totale 98.255, con un tasso di irregolarità degli accertamenti definiti pari al 70% (+5% rispetto al 2017). A seguito dei controlli, sono state intercettate 162.932 posizioni di lavoratori irregolari e tra questi, sul fronte del contrasto del lavoro sommerso, 42.306 lavoratori in nero (pari al 26% del totale degli irregolari).
Interpolando i dati sopra riportati, dal report si ricava che, nelle realtà indagate, un quarto dei lavoratori irregolari è risultato totalmente in nero e che quasi la metà delle aziende irregolari ha occupato un lavoratore in nero.

Caporalato – Per quel che riguarda il caporalato sono state effettuate 7.160 ispezioni, con un tasso di irregolarità registrato di circa il 54,79%, superiore di oltre 4 punti percentuali rispetto al 2017 (50%). Dei 5.114 lavoratori irregolari riscontrati, 3.349 (65,5%) sono risultati in nero e, tra questi, 263 cittadini extracomunitari privi di permesso di soggiorno. Sono stati inoltre adottati 479 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale (+25% rispetto ai 360 del 2017) 404 dei quali (l’84%) sono stati poi revocati a seguito di intervenuta regolarizzazione.

Stando a quanto riferito dal rapporto, la concentrazione di risorse ispettive su questo fronte – imperniato in primo luogo sulle capacità info-investigative delle componenti del Comando Tutela Lavoro Carabinieri ed orientato in funzione di una mirata attività di intelligence – ha procurato un netto incremento delle attività di polizia giudiziaria finalizzate all’individuazione del reato di caporalato (art. 603 bis c.p.), che si è tradotto nel deferimento all’Autorità Giudiziaria di 299 persone (+220% rispetto alle 94 del 2017), 56 delle quali in stato di arresto, con una casistica concentrata per il 69%. (206 segnalazioni) nel solo settore dell’agricoltura.

Rispetto agli altri settori merceologici interessati dal fenomeno (edilizia, industria e terziario), quello agricolo merita un’attenzione particolare anche per i dati di dettaglio concernenti la manodopera vittima di caporalato. Dei 1.474 lavoratori interessati alle operazioni di contrasto al caporalato, infatti, ben 673 (circa il 46%) sono risultati totalmente in nero, per circa il 74% (496) impiegati nel solo settore agricolo.

Nel numero dei lavoratori in nero vittime di sfruttamento si contano 478 stranieri (350 nel settore agricolo), ai quali si sommano ulteriori 157 stranieri extracomunitari privi di regolare permesso di soggiorno (130 solo in agricoltura).

Nel 2018 infine è stata accertata l’occupazione di 1.332 extracomunitari privi di permesso di soggiorno. In particolare le irregolarità sono state rilevate nei settori: Attività manifatturiere (558 lavoratori); agricoltura (263 lavoratori); commercio (115 lavoratori); costruzioni (114 lavoratori); servizi di alloggio e ristorazione (105 lavoratori).

 

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