Orfini ‘punge’ il ministro Delrio, che ieri aveva definito il rinvio della legge sullo ius soli un “atto di paura grave“. “Cerchiamo di evitare almeno noi di strumentalizzare la vicenda dello ius soli, che è una cosa seria e riguarda la vita e i diritti di centinaia di migliaia di persone”, scrive su Facebook il presidente Pd.
“La situazione è abbastanza semplice: nei mesi in cui sono stato reggente del Pd dopo le dimissioni di Renzi da segretario spiegai con chiarezza che l’unico modo per approvare lo ius soli al Senato è mettere la fiducia. Senza non ci sono i numeri dato che una parte della maggioranza – che pure aveva votato il testo alla Camera – ha cambiato opinione. Il Pd vuole approvarlo e già allora chiesi al governo di valutare se ci fossero le condizioni per mettere la fiducia”.
“A Luglio – continua – il presidente del consiglio Gentiloni ha confermato la sua ferma volontà di approvare la legge e ha chiesto di rinviare a dopo l’estate la discussione impegnandosi a lavorare per costruire il consenso necessario. Nei giorni scorsi il nostro gruppo al Senato ha rinviato la discussione in aula e ha fatto non bene, ma benissimo. Portare in aula il testo senza la garanzia che venga posta la fiducia significa ammazzare lo ius soli. Quella garanzia ad oggi ancora non c’è. Quindi quella scelta non è un atto di paura, ma di assoluto buon senso che serve a non far naufragare la possibilità di approvarla.
“Ai ministri che chiedono lodevolmente di accelerare, suggerisco di lavorare più rapidamente per sciogliere il nodo fiducia. Perché è proprio a loro che compete questa decisione”, insiste.
“A chi invece, come sempre, se la prende col Pd ricordo che se questa legge esiste è grazie al Pd – sottolinea Orfini – Se la abbiamo approvata alla Camera è grazie al Pd. Se possiamo portarla a casa al Senato è grazie al Pd. Se non ci siamo ancora riusciti è perché non avendo vinto le elezioni nel 2013 non abbiamo i numeri da soli al senato; perché Forza Italia, Lega e grillini sono contrari; perché un pezzo della maggioranza è contraria. Noi continueremo cocciutamente a lavorare per portare a casa il risultato. Suggerisco a tutti di dare una mano, magari evitando polemiche inutili. Almeno su questo”.
E da Corfù è lo stesso Gentiloni a ribadire che la volontà di portare a casa la legge resta intatta. “Io non devo ricordare quando comincia e quando finisce l’autunno, penso sia una consapevolezza acquisita. Resto alle parole che ho detto alcune settimane fa. Qui siamo in estate. L’impegno che abbiamo descritto alcune settimane fa rimane. E’ un lavoro da fare”.
Poi la precisazione: “Non sovrapponiamo il tema degli sbarchi e dell’immigrazione al tema della cittadinanza. Ci sono dei punti di contatto ma sono temi abbastanza diversi”.