Sono 25 gli avvisi di garanzia recapitati ad agenti penitenziari, funzionari e medici in servizio al carcere di Ivrea e accusati, a vario titolo, di lesioni e falsi aggravati per le presunte violenze su alcuni detenuti in un’indagine coordinata dalla procura generale di Torino di cui dà conto il quotidiano La Stampa. I casi indagati dalla Procura si riferiscono al periodo che va dal 2015 al 2016.
I legali della difesa: “Non ci sono prove di violenza su detenuti”
“Allo stato attuale delle indagini nego ogni addebito per gli agenti di polizia penitenziaria che assisto”. Lo dichiara a LaPresse l’avvocato Michele Celere Spaziante, legale di alcuni degli agenti di polizia penitenziaria indagati dalla procura generale di Torino per violenze sui detenuti e la falsificazione di perizie nel carcere di Ivrea. I fatti risalgono al 2016 quando – riferisce il legale – venne presentata una denuncia per un singolo episodio che avrebbe coinvolto 2-3 agenti del carcere e su cui ha indagato la Procura di Ivrea guidata all’epoca dal Procuratore Giuseppe Ferrando che per due volte ha chiesto l’archiviazione per “assenza di riscontri”, spiega Spaziante, e per due volte ha visto il Gip negare l’archiviazione e chiedere ulteriori indagini. L’inchiesta è stata avocata dalla procura generale di Torino ed è stata affidata al sostituto procuratore Giancarlo Avenati Bassi. Il perimetro delle indagini si è allargato e ora oltre 20 persone fra agenti e personale medico sono stati raggiunti da avvisi di garanzia e inviti a rendere interrogatorio.
Sei fascicoli in procura
L’inchiesta della procura generale di Torino con 25 indagati per le violenze sui detenuti e le omissioni nel carcere di Ivrea è nata da sei fascicoli differenti depositati in Procura a Ivrea. In quattro di questi era presente Antigone – spiega a LaPresse l’avvocatessa Simona Filippi, legale dell’associazione per i diritti e le garanzie nel sistema penale. Per tutti i fascicoli i pm hanno sempre chiesto l’archiviazione. L’inchiesta è stata così avocata dalla procura generale di Torino e affidata ai sostituti Giancarlo Avenati Bassi e Carlo Maria Pellicano su richiesta di Antigone.
Un medico ha assistito al pestaggio
Il medico in servizio nel carcere di Ivrea il 7 novembre 2015 avrebbe assistito al pestaggio del detenuto Ahmed Alì da parte di quattro agenti di polizia penitenziaria mentre altri due lo tenevano fermo. È una delle accuse mosse dalla Procura Generale di Torino che indaga su 25, fra agenti di polizia penitenziaria e personale del carcere, per violenze sui reclusi e falsificazione di perizie e referti medici. Il medico avrebbe continuato – secondo l’ipotesi di reato di lesioni aggravate in concorso – a sorseggiare una bevanda presso il distributore automatico mentre il detenuto veniva colpito con calci e pugni invece che “impedire l’evento come sarebbe stato suo obbligo” o avvisare “immediatamente il comandante di polizia penitenziaria”. Le lesioni su Ahmed Alì sarebbero state refertate dallo stesso professionista di lì a poco.