Restano “molto distanti” le posizioni di Russia e Ucraina per la crisi nello Stretto di Kerch dopo la due giorni di summit dell’Osce a Milano. Al termine del 25esimo Consiglio ministeriale dell’organizzazione, che segna simbolicamente la fine della presidenza annuale dell’Italia, il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi lo dice senza mezzi termini: “Il conflitto fra le due nazioni resta molto evidente”. Strali erano volati fin dall’inizio, a partire dalla plenaria di giovedì, dove intorno allo stesso tavolo erano seduti i ministri degli Esteri di Mosca e Kiev, rispettivamente Sergey Lavrov e Pavlo Klimkin. E i toni sono rimasti accesi nella giornata conclusiva, quando Lavrov ha attaccato l’Unione europea sull’ipotesi di un inasprimento delle sanzioni a Mosca: “Al momento l’Ue si comporta in modo aggressivo e russofobo” e “noi faremo di tutto per ridurre la dipendenza economica dai partner occidentali”, ha assicurato il capo della diplomazia russa.
Quello che sottolinea l’Italia, però, è che al di là di tutto Russia e Ucraina si sono sedute alla stessa riunione, il che conferma la “vocazione di foro democratico dell’Osce”. “Il fatto di essere allo stesso tavolo non implica necessariamente arrotondare gli spigoli e ammorbidire i toni” e “il nostro è un tavolo di dialogo, un possibile aiuto a favorire, ma la soluzione della crisi dipende dall’impegno delle parti”, riconosce Moavero Milanesi, dicendosi però convinto che “gli scambi anche molto diretti di ieri abbiano consentito di chiarire in modo molto esplicito le posizioni davanti a tutti i Paesi” e che questo sia “un tassello verso il risultato che tutti auspichiamo, cioè una soluzione pacifica della vertenza”.
I toni di Mosca, certo, non sono stati concilianti. Oltre ad attaccare l’Ue, Lavrov ha respinto l’ipotesi di una missione di monitoraggio dell’Osce nel Mar d’Azov che era stata avanzata dalla Germania, bollandola come “senza prospettive di applicazione”. Accuse poi all’Ucraina: “Abbiamo provato a esprimere il nostro appoggio agli accordi di Minsk in documento finale ma la posizione di Kiev non ne ha consentito l’approvazione”, ha detto, chiarendo che i 24 marinai ucraini arrestati dalla Marina russa nello Stretto di Kerch il 25 novembre sono “salvaguardati dai trattati sui diritti umani” ma “saranno processati in base alle leggi russe perché sono entrati in acque territoriali russe illegalmente”. Infine l’attacco agli Stati Uniti sul trattato Inf e per l’arresto della figlia del fondatore di Huawei in Canada su richiesta americana, definito “inaccettabile”.
“Non è stata una riunione facile, lungi dall’esserlo, ma il vertice Osce di Milano è andato al di là delle mie aspettative, visto che giungeva nel pieno della crisi sullo Stretto di Kerch. Certo, ci sono opinioni divergenti, ma ci siamo riuniti intorno a un tavolo per discutere”, ha sintetizzato il ministro degli Esteri della Slovacchia Miroslav Lajcak, prendendo simbolicamente dall’Italia il testimone della prossima presidenza Osce che il suo Paese assumerà a gennaio.