Finisce l’odissea della Grecia, durata otto anni e tre piani di salvataggio. I ministri dell’Eurozona hanno annunciato la fine della crisi di Atene concordando una riduzione del debito, arrivato al 180% del Pil, e un’ultima tranche di aiuti da 15 miliardi di euro.
Il Paese ellenico si prepara quindi ad uscire dalla tutela dei creditori a partire dal 20 agosto per poi tornare a finanziarsi autonomamente sui mercati, dopo diversi anni di recessione.
“La crisi greca finisce qui”, ha dichiarato il commissario per gli Affari economici dell’Ue Pierre Moscovici, dopo la maratona di colloqui a Lussemburgo. “Siamo finalmente arrivati alla fine di questo percorso che è stato così lungo e difficile, è un momento storico”, ha sottolineato ancora l’ex ministro delle Finanze francese.
L’accordo è un importante punto di svolta per la zona euro arrivato quasi un decennio dopo che la Grecia ha sbalordito il mondo con spese fuori controllo, costringendo l’Ue a predisporre tre piani di salvataggio per evitare il collasso della moneta unica.
L’intesa sarebbe stata raggiunta facilmente in minor tempo, ma la resistenza dell’ultimo minuto da parte della Germania, il più grande creditore greco, ha trascinato i colloqui per sei ore. Alla fine, comunque, i ministri della zona euro hanno concordato di estendere di 10 anni le scadenze dei prestiti ed erogare altri 15 miliardi di euro (17,5 miliardi di dollari) per facilitare l’uscita del Paese dal programma. Ciò lascerebbe alla Grecia un robusto cuscinetto di sicurezza di 24 miliardi di euro, hanno riferito i funzionari.
La crescita del Pil greco ha ormai raggiunto l’1,4% nel 2017 e dovrebbe accelerare ulteriormente quest’anno, mostrando una espansione dell’1,9%, mentre il prossimo anno è visto al +2,3%. Gli sforzi hanno pagato anche in termini di conti pubblici. La Grecia, infatti, ha ora un avanzo di bilancio dello 0,8% del Pil, un passo da gigante se si pensa che nel 2009 aveva un maxi-disavanzo del 15,1%.