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L’addio dell’Avana a Fidel, in plaza de la Revolucion da Tsipras a Evo Morales

Foto AP-LaPresse - Tutti i diritti riservati

L’ultimo omaggio dell’Avana a Fidel Castro ha due grandi protagonisti: il Lider Maximo e Plaza de la Revolucion. Centinaia di migliaia di cubani hanno infatti risposto all’appello del governo centrale per una ‘grande adunata di massa’ in ricordo del Comandante in capo, morto venerdì scorso a 90 anni. In un lutto contenuto, con qualche lacrima, bandiere e slogan come ‘Yo soy Fidel’ (Io sono Fidel) e ‘Per siempre Fidel’, i cittadini della capitale hanno accolto le decine di leader e rappresentanti internazionali che hanno voluto rendere omaggio a una delle figure storiche più influenti e controverse del XX secolo. Una cerimonia, quella di fronte al mausoleo dell’eroe nazionale indipendentista Josè Martì, durata oltre quattro ore e che ha segnato l’ultimo atto di due giorni di tributo nella capitale. Le ceneri di Castro, raccolte ora nella sala Granma del ministero delle Forze Armate rivoluzionarie, partiranno questa mattina alle 7 locali (le 13 in Italia) per un viaggio di quattro giorni attraverso il Paese lungo la strada che dall’Avana porta a Santiago di Cuba, città natale di Fidel, seguendo il percorso inverso a quello che il Lider Maximo fece nel 1959 per arrivare al potere nella capitale cubana con la cosiddetta ‘Carovana della libertà’. Castro sarà tumulato domenica 4 dicembre nel cimitero di Santa Ifigenia dove si trova anche la tomba dello stesso Martì.

‘LA RIVOLUZIONE PER GLI UMILI’ – “Fidel diede vita a una rivoluzione socialista degli umili, per gli umili e attraverso gli umili”. Così il presidente cubano Raul Castro ha definito le gesta del fratello, nel suo primo discorso pubblico dopo l’annuncio della morte del Lider il 25 novembre scorso. Nessun riferimento ai festeggiamenti dei giorni scorsi da parte degli esuli cubani a Miami, in Florida, alla notizia della morte di Fidel. Nessun accenno alle future mosse del governo. Solo un lungo, emozionato, elenco delle azioni dell’ex leader. Chiudendo la serie di interventi, il presidente ha infatti sottolineato l’importanza storica di Plaza de la Revolucion come roccaforte della rivoluzione cubana. “Qui si è dichiarata Cuba libera dall’analfabetismo, qui è stata annunciata la riforma agraria, qui è arrivata la notizia della morte di Ernesto ‘Che’ Guevara – ha spiegato Raul – E qui, caro Fidel, dove commemoriamo i nostri martiri e celebriamo le nostre vittorie, proprio qui ti diciamo, insieme al nostro eroico e combattivo popolo: Hasta la victoria sempre”.

‘ASSOLTO DALLA STORIA’ – “Fidel non è mai stato più vivo che mai. Fidel sarà sempre con noi, del tutto assolto dalla storia”. Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha scaldato la folla con un lungo discorso in cui ha esaltato gli stretti legami di amicizia che unirono il leader cubano all’ex capo di Stato del Venezuela, Hugo Chavez, “che è stato un suo instancabile discepolo”. “La rivoluzione bolivariana è figlia di quella cubana”, ha affermato Maduro, seduto accanto a Raul Castro durante tutta la commemorazione. “Oggi tocca a noi sollevare la bandiera dell’indipendenza, della dignità dei popoli”, ha aggiunto, perchè “l’opera di Fidel sarà il faro che illuminerà tutto il mondo”.

Tra i rappresentanti del Sudamerica presenti anche i presidenti della Bolivia, Evo Morales; del Nicaragua, Daniel Ortega; dell’Ecuador, Rafael Correa; del Messico, Enrique Pena Nieto; di El Salvador, Salvador Sanchez Ceren; di Panama, Juan Carlos Varela; e lo storico ex presidente dell’Uruguay, José Mujica. Tutti hanno ricordato il Comandante e la sua lotta per l’uguaglianza e la libertà dei popoli, esortando all’unità delle nazioni dell’America Centrale e del Sud contro “l’imperialismo”.

L’APPOGGIO DI MOSCA – Nonostante la grande assenza del leader russo Vladimir Putin, Mosca ha ribadito di voler mantenere i legami con Cuba tramite le parole del presidente della Duma (il Parlamento russo), Viacheslav Volodin. “Seppur a grande distanza, Mosca appoggerà sempre l’isola socialista”, ha promesso Volodin sottolineando “l’immenso” apporto di Castro alla creazione e allo sviluppo delle relazioni tra i due Paesi.

LE DELEGAZIONI – Tra i leader europei seduti nella grande tribuna allestita per gli ospiti internazionali, anche il premier greco Alexis Tsipras e il re emerito di Spagna, Juan Carlos I. “Diciamo addio al Fidel dei poveri, degli umili, degli oppressi, di chi mai si arrende – ha commentato Tsipras – al Fidel che appartiene a tutti gli angoli del pianeta, al Fidel che appartiene alla storia”.

I media statali hanno parlato di circa 50 delegazioni internazionali ufficiali, con molti primi ministri caraibici, come il primo ministro ad interim della Dominica, Roosvelt Skerrit, il vicepresidente cinese, Li Yuanchao, il presidente del Consiglio nazionale dell’Algeria, Abdelkader Ben Salah, e la leader dell’Assemblea nazionale del Vietnam, Nguyen Chi Kim Ngan.

Solo gli Stati Uniti non hanno inviato una delegazione ufficiale, anche se l’amministrazione del presidente Barack Obama ha assicurato la presenza del vicesegretario alla sicurezza nazionale, Ben Rhodes, oltre all’ambasciatore Usa all’Avana, Jeffrey Delaurentis.

“La rivoluzione è un preciso percorso della storia, è cambiare tutto quello che deve essere cambiato, è uguaglianza e libertà”, aveva affermato Fidel Castro nella stessa piazza che ieri gli ha reso il suo ultimo saluto.
 

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