Di fronte alle grandi che cadono come le mosche, basti pensare a Spagna e Inghilterra già eliminata e all’Italia sconfitta dal Costa Rica, la sfida tra Argentina e Iran assume una sfumatura particolare e interessante. Non è che l’Albiceleste alla sua prima uscita contro la Bosnia Erzegovina abbia lasciato un’impressione straordinaria: ci sono voluti più di 60’ minuti per vedere l’Argentina padrona della situazione e un gran gol di Messi che fino a quel momento aveva dormito. E l’Iran che ha pareggiato contro la Nigeria conferma quello schieramento molto raccolto e consolidato, un 4-5-1 con Reza Ghochannejad punta avanzata, un uomo da 10 gol in quattordici partite prima di questo mondiale.
Il resto è da affidare non tanto alle statistiche, che garantiscono poco, giusto un precedente in amichevole il 22 marzo del 1975 con un pareggio 1-1 seguito dalla vittoria Argentina ai rigori per 4-1 ai tempi in cui Maradona aveva appena sedici anni e aveva già fatto il suo esordio della nazionale maggiore.
L’Argentina in una fase finale del Mondiale ha sempre vinto con le sue avversarie asiatice: due vittorie sulla Corea del Sud, una per 3-1 e una 4-1 e una sul Giappone, che è anche la più recente: un 1-0 nel mondiale sudafricano del 2010.
L’Argentina con una vittoria sarà sicura dell’avcesso agli ottavi di finale e con un pareggio tra Nigeria e Belgio avrebbe anche la sicurezza di essere prima in classifica indipendentemente dai risultati del secondo turno. Messi, che si era presentato al Mondiale in condizioni non straordinarie, ha segnato un gol pesantissimo contro la Bosnia visto il suo scarso apporto nelle partite precedenti ma, cosa più importante, ha segnato la sua sesta rete in sette gare con l’Alibiceleste. Vedremo se ora anche contro l’Iran Sabella deciderà di lasciarlo isolato davanti o se vorrà dargli un maggiore appoggio offensivo.
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