Un nuovo occhio ad altissima tecnologia è entrato in orbita intorno al pianeta: si tratta di Prisma, il satellite dimostratore dell’Agenzia Spaziale Italiana che da qui in avanti si occuperà di acquisire immagini contenenti informazioni relative alla composizione chimico-fisica degli oggetti presenti sulla superficie terrestre. L’intero programma, che dopo il lancio avvenuto dalla base spaziale europea di Kourou nella Guyana Francese vedrà il manufatto affrontare tre mesi di verifiche prima di raggiungere la piena operatività in giugno, è costato 126 milioni di euro. Ma, assicura l’Asi, avrà notevoli ricadute sia industriali che scientifiche. Di certo, il successo della prima fase rappresenta un motivo d’orgoglio per il comparto aerospaziale italiano. Il satellite è stato infatti realizzato da un raggruppamento temporaneo di imprese guidato da Ohb Italia, responsabile della missione e della gestione dei tre principali segmenti, e Leonardo, che ha realizzato la strumentazione elettro-ottica iperspettrale, oltre a diversi equipaggiamenti di bordo. A mandare nello spazio Prisma è stato invece il lanciatore Vega prodotto da Avio, mentre il centro di controllo della missione è stato realizzato da Telespazio, con l’acquisizione e l’elaborazione dei dati che saranno svolte dal Centro Spaziale di Matera.
“Oggi abbiamo confermato il ruolo dell’Italia come paese guida nel campo dell’osservazione e monitoraggio della Terra dallo spazio”, afferma il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri, Giancarlo Giorgetti, sottolineando come il progetto sia “frutto di una capacità nazionale che coinvolge il processo di ricerca, sviluppo industriale e tecnologico e produttivo in tutti gli ambiti della filiera spaziale”. La soddisfazione è il filo rosso che unisce anche le dichiarazioni dei protagonisti industriali dell’impresa. “Siamo particolarmente felici, perché Prisma è una missione tutta italiana che testimonia la capacità di fare sistema e le forti competenze di tutta la filiera”, dichiara Giulio Ranzo, ceo di Avio. Mentre l’amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo, evidenzia come “la nostra telecamera iperspettrale, la più evoluta e più potente al mondo, doterà l’Italia della capacità di studiare il pianeta come mai prima è stato possibile”. Nel suo lavoro, Prima sarà tra l’altro in ottima compagnia, visto che andrà a completare l’offerta nel segmento spaziale di osservazione della Terra dell’Asi, attualmente basato quattro satelliti della costellazione Cosmo-SkyMed, in grado di fornire 1.800 immagini radar al giorno.