La quota vincente
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Le pagelle di Sanremo: grandi Motta e Lauro, molto bene Silvestri e D’Angelo. Patty Pravo non va

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l Festival di Sanremo ha preso il via con tutti e 24 i concorrenti in gara. Ecco le pagelle delle esibizioni della prima serata.

RENGA-Aspetto che torni: 4.5. – Forse per la prima volta porta una canzone che non mette in risalto le sue doti vocali, in più non sembra avere la voce ai massimi e cade in qualche imprecisione.

NINO D’ANGELO E LIVIO CORI-Un’altra luce: 7.5. Il brano è bello, di quelli destinati a finire inesorabilmente bassa della classifica del Festival. Unisce la nuova musica con quella della tradizione napoletana. I due hanno deciso di non usare l’autotune all’Ariston, in radio funzionerà decisamente meglio.

NEK-Mi farò trovare pronto: 6. Filippo Neviani, quando Sanremo chiama, si fa sempre trovare pronto. I suoi ritornelli rock-pop funzionano sempre, questa volte forse un po’ meno del solito. La sua voce è comunque dritta come una spada.

THE ZEN CIRCUS-L’amore è una dittatura: 6.5. Arrivare al Festival senza un ritornello è una mossa coraggiosa, quasi suicida. Ma gli Zen lo fanno senza timori, forti della lunga carriera di esibizioni dal vivo. Il risultato però non è del tutto convincente, nonostante per la prima volta si muovano le prime file della platea dell’Ariston per fare scendere la band in mezzo al pubblico.

IL VOLO-Musica che resta: 5. Tanto criticati in Italia, quanto amati all’estero. E se sono loro a portare nel mondo la musica del Bel Paese, va dato atto quantomeno alla volontà di virare su dei suoni pop più vicini a quelli moderni.

LOREDANA BERTE’-Cosa ti aspetti da me: 6.5. La canzone scritta da Gaetano Curreri calza a pennello sulla Bertè. L’urlo “che cosa vuoi da me” con la sua voce roca arriva forte e chiaro.

DANIELE SILVESTRI-Argentovivo: 8.5. E’ quasi certamente il testo più forte del Festival, l’inserimento del rap di Rancore rende ancora attuale il mondo cantautorale di Silvestri senza renderlo retorico, nonostante il tema sociale della canzone. La messa in scena con i banchi di scuola dà forza al pezzo.

FEDERICA CARTA E SHADE-Senza farlo apposta: 6. Il ritornello orecchiabile li farà andare forte in radio. E’ destinata a bissare il successo di ‘Irraggiungibile’. Insieme la cantante e il rapper funzionano. Una canzone semplice ma fa il suo lavoro radiofonico.

ULTIMO-I tuoi particolari: 5.5. Niente a che vedere con il brano che l’anno scorso lo ha portato alla vittoria fra i Giovani. Orecchiabile, ma questa volta non basta. Rimane comunque amatissimo e fra i favoriti per il odio.

PAOLA TURCI-L’ultimo ostacolo: 6.5. E’ sempre fra le donne più affascinanti del Festival e il brano conferma la sua eleganza. Non ha la potenza di ‘Fatti bella per te’, ma funziona.

MOTTA-Dov’è l’Italia: 9. Motta, dopo due premi Tenco, non delude. Testo profondo ma senza retorica. E anche lui, nonostante la timidezza, sembra a suo agio al debutto all’Ariston.

BOOMDABASH-Per un milione: 7. Ritmi caraibici, ti porta a ballare e cantare, ma l’orchestra invece di arricchire appiattisce il suono.

PATTY PRAVO CON BRIGA-Un po’ come la vita: 4.5. Nonostante sia impossibile criticare Patty Pravo, il duetto con Briga toglie forza a tutti e due. Scelta sbagliata, di coppia e di pezzo. Un piccolo contrattempo tecnico non incide sul risultato finale.

SIMONE CRISTICCHI-Abbi cura di me: 6. Cristicchi è sempre bravo e scrive poesie, ma se vuole continuare questa strada del recitato una ‘semplice’ canzone d’amore non è sufficiente.

ACHILLE LAURO-Rolls Royce: 9. Dalla trap al rock, è lui la vera rivelazione del Festival. Un modo di cantare maleducato che riporta indietro nel tempo per guardare al futuro.

ARISA-Mi sento bene: 6. Parte principessa Disney, finisce festa di paese. La sua voce non ha mai sbavature, ma il cambio di ritmo non la aiuta.

NEGRITA-I ragazzi stanno bene: 6.5. I Negrita fanno i Negrita, se non altro sono una sicurezza.

GHEMON-Rose viola: 6. Incrocia il rap con il soul, e lo fa bene. Un modo diverso di guardare al mondo dell’hip hop. EINAR-Parole nuove: 4. Per arrivare da Sanremo Giovani, è la scelta più ‘vecchia’ del Festival.

EX-OTAGO-Solo una canzone: 7. Potevano portare al Festival un brano più coraggioso, e nel nuovo album ne hanno di certo. Però, nonostante la canzone sanremese, non si snaturano.

ANNA TATANGELO-Le nostre anime di notte: 5. La nuova Anna approda a Sanremo, ma è difficile accorgersene. Al Festival arriva con un brano classico che non aggiunge e non toglie niente alla kermesse.

IRAMA-La ragazza con il cuore di latta: 6.5. Arriva al Festival per vincere, e probabilmente ci riuscirà, o almeno ci si avvicinerà. La violenza di un padre sulla figlia è la trama di un pezzo con un ritornello ben studiato.

ENRICO NIGIOTTI-Nonno Hollywood: 5.5. Una canzone in ricordo del nonno, molto personale. Forse troppo.

MAHMOOD-Soldi: 7. Nonostante l’assenza dell’autotune, per sua scelta, la voce gli regge e dimostra che, a volte, la trap non nasconde mancanze della voce. E’ uno dei pezzi che si sentirà di più in radio.

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