“Al momento ci sono zero possibilità che si possa ritirare lo sciopero, non ci sono dialoghi avviati”. Pierpaolo Bombardieri è netto. Uil e Cgil vanno avanti. In calendario, almeno per ora, non sono previsti nuovi incontri tra Mario Draghi o Daniele Franco e i sindacati pronti a incrociare le braccia il prossimo 16 dicembre. Il nodo resta quello delle risorse e i tecnici sono al lavoro.”Se qualcuno ci dovesse chiamare siamo pronti ad andare per trovare una soluzione – assicura il leader Uil – Vediamo comunque su quali punti il Governo intende modificare le sue proposte”.
La ‘battaglia’, o la possibile mediazione, insomma, si consumerà in Parlamento. Sono proprio i partiti, però, in realtà, a finire sul banco degli imputati. “Il presidente Draghi ha tentato di proporre un punto di mediazione con la sua maggioranza avanzando l’idea di escludere per un anno dal beneficio fiscale i redditi oltre i 75 mila euro. Su questo è stato brutalmente messo in minoranza dai partiti della sua maggioranza”, dice chiaro Maurizio Landini che continua a insistere perché si intervenga “sulle detrazioni e non sulle aliquote per far crescere i redditi a partire da quelli più bassi”.
Nella commissione Bilancio del Senato, in realtà, i dossier più caldi – a partire dall’emendamento che destina 8 mld alla riforma di Irpef e Irap – sono rinviati alla settimana prossima. Le forze di maggioranza restano divise, con Pd, M5S e Leu che invocano il dialogo e Lega e FI all’attacco. Lo sciopero indetto da Cgil e Uil “è legittimo e nelle facoltà dei sindacati. Un confronto è sempre salutare. Credo che lo sciopero sia l’ultima soluzione e spero che il confronto possa scongiurarlo”, spera il presidente M5S Giuseppe Conte. “Non penso sia irresponsabile, lo sciopero è un diritto… Ci sono alcuni temi che i sindacati pongono che sono sicuramente condivisibili. Io credo sia giusto per mettere al centro il tema del precariato, per parlare di pensioni, diritti dei lavoratori. Sulla riforma del fisco invece ritengo che la nostra riforma sia quella giusta”, gli fa eco Stefano Patuanelli mentre i dem spingono per arrivare a proposte condivise. “Sindacati e partiti devono fare ognuno il proprio mestiere- ribadiscono dal Nazareno – Lo sciopero è una scelta impegnativa e inopportuna se si considera il momento che vive il Paese, ma – è il ragionamento – è giusto tenere in considerazione il disagio che rischia di trasformarsi in conflitto e il fatto che il Paese in questa fase cresce molto ma non crea lavoro, ma questo Draghi è il primo a saperlo”.
“Non spetta alla politica dire se uno sciopero è giusto o ingiusto” , mette in chiaro da Iv Luigi Marattin che però sottolinea come “il 95% delle risorse Irpef (6,6 miliardi su 7) vengono destinate a lavoratori dipendenti e pensionati” e il Il 90% dei fondi “viene destinato ai primi tre scaglioni di reddito, cioè i contribuenti sotto i 55 mila euro annui”. Molto critica sulla manovra Giorgia Meloni. “È priva di visione e di compromesso come sempre accade con le ‘maggioranze arcobaleno’”, attacca la leader FdI che lancia la proposta “più assumi meno paghi, dunque una super deduzione sul costo del lavoro per chi ha un’alta quantità di dipendenti rispetto al proprio fatturato. Speriamo ci sia diritto di cittadinanza per le nostre idee”.