È il giorno della verità per il Rosatellum. La legge elettorale torna a Montecitorio dove si riparte da dove aveva lasciato quattro mesi fa: l’esame degli emendamenti. Il patto a 4 sempre reggere, ma le opposizioni sono pronte alle barricate. Tanto che il Pd ha chiesto al premier Paolo Gentiloni di porre la fiducia.
“Ho chiamato il presidente Gentiloni nella consapevolezza della delicatezza della questione – ha dichiarato il capoguppo democratico Ettore Rosato – e gli ho chiesto di appore una fiducia tecnica sulla legge elettorale per superare la forzatura regolamentare che vede utilizzare i voti segreti per incrinare il testo. C’è la consapevolezza di tutta la maggioranza che a poche settimane dallo scioglimento del parlamento non possiamo fallire nuovamente sulla legge elettorale e l’unico strumento per dare certezza al percorso dopo un approfondito esame in commissione è quello della fiducia che ha natura tecnica”.
SCHEDA: Cosa prevede il Rosatellum Bis
Dura la reazione di Mpd: “Mettere la fiducia sulla legge elettorale a pochi giorni dallo scioglimento delle Camere è oltre i limiti della democrazia”, scrive su Facebook il coordinatore Roberto Speranza. “Qui si sta scherzando col fuoco. Una legge che toglie la sovranità ai cittadini di scegliere i propri eletti viene approvata togliendo la sovranità al Parlamento. Non voglio credere che sia vero”, conclude.
Dello stesso avviso anche il capogruppo del MoVimento 5 Stelle Simone Valente: “Sarebbe un atto eversivo contro la democrazia, la libertà del voto e la sovranità dei cittadini. Il tutto con la complicità di Lega e Forza Italia che, sulla carta, sono all’opposizione, ma che fanno parte di questo grande e vergognoso inciucio contro i cittadini”. A cui fa eco il deputato Danilo Toninelli: “Se il Governo metterà la fiducia sulla legge elettorale chiameremo il maggior numero di cittadini fuori dal palazzo. Il Paese è in mano a quattro zozzoni: Renzi , Alfano, Berlusconi e Salvini. Mettere la fiducia vuol dire che non si fidano dei loro stessi parlamentari”. Pronta la replica di Rosato: “Nessun atto eversivo. La fiducia è uno strumento regolamentare come il voto segreto. Ritirino i voti segreti e non ci sarà bisogno di mettere la fiducia. Per altro il Parlamento si esprimerà con voto segreto sul testo finale e io sono convinto si concluderà con l’approvazione della legge”.
Il Carroccio è più comprensivo ma non voterebbe sì: “La Lega – sostiene vice segretario Giancarlo Giorgetti – non potrà ovviamente votare la fiducia al governo ma comprende le motivazioni che hanno portato a questa richiesta. La Lega come già fatto in commissione coerentemente dirà sì alla legge, con voto segreto o palese che sia. Auspichiamo un rapido iter al Senato consapevoli che chiunque lo rallenti evidentemente vuole rinviare la data delle elezioni che si devono tenere invece il più presto possibile”.
“È comprensibile che, a pochi mesi dallo scioglimento delle Camere, la maggioranza che sostiene Paolo Gentiloni chieda al governo di porre la questione di fiducia come strumento per l’approvazione della legge elettorale”, sostiene invece Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera. “Abbiamo partecipato con convinzione e con senso di responsabilità al dibattito in Commissione su questo nuovo sistema di voto. In quella sede ogni gruppo politico ha avuto l’opportunità di approfondire le questioni più delicate e di proporre modifiche al testo base presentato dal relatore Fiano”.
“Già in Commissione abbiamo sostenuto come questa legge elettorale, nello scenario attuale, rappresenti il miglior compromesso possibile – prosegue – Questa riforma serve al Paese per andare al voto in modo ordinato e per avere un sistema elettorale omogeneo tra Camera e Senato, come chiesto in diverse occasioni dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Per tutte queste ragioni Forza Italia voterà sì alla legge, pur non partecipando, ovviamente, alla votazione sulla fiducia”.