Il Rosatellum bis arriva martedì alle 11 in aula al Senato con mandato al relatore, il senatore di Ap Salvatore Torrisi. La commissione Affari costituzionali ha proceduto velocemente dopo che i senatori di M5S, Sinistra italiana e Mdp hanno abbandonato i lavori in segno di protesta e, di conseguenza, i loro emendamenti sono decaduti.
“Un clima surreale, ci siamo rifiutati di proseguire questa farsa in commissione. Noi l’alibi per dire che tutto va bene non glielo diamo. Se l’approvino da soli”, spiega il senatore Cinquestelle Vito Crimi. Mentre il M5S ha rivolto un appello diretto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella affinché non firmi la legge oppure ne chieda modifiche, sottolineandone i profili di incostituzionalità.
Tra 180 e 200 le proposte di modifica con cui il testo arriva all’esame dell’assemblea, molte decine riguardano le minoranze linguistiche sulle quali verrà richiesto il voto segreto. E già si sa che il Movimento 5 Stelle punterà a mettere in difficoltà la maggioranza proprio sui voti segreti. A tal proposito è intervenuto il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento, Luciano Pizzetti: “È impensabile che affrontiamo l’Aula senza ricorrere alla fiducia quando ci sono decine di voti segreti. Se fossero ritirati, non penseremmo alla fiducia”.
Nel caso di fiducie (alla Camera sono state 3, al Senato potrebbero raddoppiare) Forza Italia e Lega potrebbero non partecipare al voto in modo da non votare un governo di cui sono all’opposizione, ma allo stesso tempo non remare contro una legge a cui sono favorevoli. Unite sullo stesso fronte le opposizioni Cinquestelle, Sinistra italiana e Articolo1-Mdp. Domani le sinistre scenderanno in piazza alle 16 di fronte al Senato alla manifestazione di protesta promossa dal Coordinamento per la democrazia costituzionale. Mercoledì alle 14 tocca invece ai pentastellati riunirsi vicino a Palazzo Madama con una benda bianca.
“Tra inammissibilità, canguri e ipotesi di fiducia, siamo a una presa in giro. Fossero migliaia di emendamenti, ma sono poco più di 170…”, commenta il Cinquestelle Vito Crimi.”Ormai la legge elettorale è un cadavere su cui si usa il defibrillatore – continua il pentastellato – Ci hanno detto no ai profili di incostituzionalità, agli emendamenti alla norma pro-Verdini, alla verifica dello scorporo tra collegi uninominali e plurinominali, al voto disgiunto e alle preferenze…”. Domani pomeriggio è atteso il voto sulle pregiudiziali costituzionalità presentate da M5S e da Mdp-Si. Mentre la legge elettorale dovrebbe essere licenziata entro venerdì 27 ottobre quando è previsto l’inizio in aula della sessione di bilancio.