L’ex premier libico Khalifa al-Ghwell ha cercato di prendere il controllo dei ministeri a Tripoli con l’incursione di miliziani a lui fedeli, sfidando il governo di Al Sarraj e l’Italia. Il nostro Paese il 9 gennaio ha riaperto l’ambasciata a Tripoli, dati gli interessi a che la situazione si stabilizzi, in primis per la questione migranti. L’ambasciatore italiano in Libia Giuseppe Perrone, come ricostruisce La Stampa, ha ridimensionato la portata dell’attacco smentendo che l’attacco di Ghwell sia stato un tentato golpe, ma la situazione sembra molto confusa. Una delle principali milizie della capitale libica, la Brigata rivoluzionaria di Tripoli, che sostiene il governo di unità nazionale del premier Sarraj, ha dichiarato lo stato di emergenza dopo che ieri gruppi armati vicini all’ex premier di Tripoli Ghwell hanno assaltato sedi dei ministeri della Difesa, dei Martiri e del Lavoro. I media libici precisano però che le notizie dalla capitale sono ancora confuse e poco chiare. Ieri, infatti, mentre il capo del governo al-Serraj si trovava al Cairo, al-Ghwell avrebbe annunciato il golpe rivendicando il controllo dei tre ministeri e sostenendo che la liberazione di Sirte da parte dell’Isis “non sia stata merito di al Serraj” ma suo, secondo quanto riporta Libya Herald. Secondo fonti citata dalla testata, non si sarebbe trattato di una vera azione armata, ma di un tentativo di cacciare i funzionari e delegittimare al-Sarraj. In serata però, hanno raccontato alcuni testimoni da Tripoli, si sarebbero sentiti colpi di arma da fuoco. E le forze fedeli al governo di unità nazionale avrebbero ripreso il controllo dei dicasteri. Ufficialmente si cerca di minimizzare, ma in realtà la tensione e la preoccupazione sono alte, soprattutto considerate le reazioni internazionali. L’amministrazione Trump prossima a insediarsi non sarebbe interessata alla Libia, relegandola a un problema dell’Europa, che dal canto suo sta guardando dalla finestra, lasciando di fatto sola l’Italia ad affrontare la situazione.
TOBRUK: RIAPERTURA E’ OCCUPAZIONE. Il ministero degli Esteri del governo di Tobruk, nell’est della Libia, considera la riapertura dell’ambasciata italiana e il ritorno dell’ambasciatore italiano Giuseppe Perrone a Tripoli come un’offensiva militare e “una nuova occupazione”. Secondo quanto riporta Libya Observer, che cita una nota diplomatica ‘urgente’ inviata mercoledì dal governo guidato da Abdullah al-Thani e al quale fa riferimento il generale Khalifa Haftar a tutte le ambasciate e i consolati libici all’estero per informarli sul “ritorno militare dell’ambasciata italiana nella capitale”. “Una nave militare italiana carica di soldati e munizioni è entrata nelle acque territoriali libiche. Si tratta di una chiara violazione della Carta delle Nazioni Unite e una forma di aggressione ripetuta”, si legge nella nota.