Filtra ottimismo sulle condizioni di salute di Iker Casillas, portiere del Porto ed ex capitano della nazionale spagnola operato ieri al cuore a seguito di un infarto acuto al miocardio. Non è il primo caso di sportivo professionista che accusa problemi al cuore negli ultimi tempi. Per esempio, lo scorso febbraio il centrocampista della Juventus, Sami Khedira, è stato operato per correggere un leggera aritmia, tornando poi in campo, salvo finire la stagione in anticipo a causa di un infortunio al ginocchio. Senza dimenticare la tragica morte di Davide Astori, avvenuta nel marzo dello scorso anno. Nel nostro Paese, nella popolazione generale, si verificano circa tra i 100-130mila casi all’anno di infarto al miocardio. Il professor Claudio Tondo, responsabile del centro di cardiologia dello sport ‘Monzino’ e dell’unità di Aritmologia dell’Irccs ‘Centro cardiologico Monzino’ di Milano, spiega a LaPresse, le cause e i rischi che anche gli sportivi professionisti, come gli amatori, corrono dal punto di vista cardiaco.
Come è possibile che uno sportivo professionista che si sottopone a controlli approfonditi sia vittima di un infarto al miocardio?
“Negli sportivi professionisti come nelle persone comuni non può esserci mai la certezza assoluta che non si manifestino problemi al cuore. Anche chi svolge attività fisiche regolarmente e chi fa maratone può andare incontro a patologie coronariche come quella di Casillas, che sono difficili da prevedere perché anche con gli approfonditi test cardiaci a cui gli sportivi sono sottoposti possono non metterle in evidenza. Eventi come il suo si possono verificare, così come le morti improvvise sui campi da gioco anche quando si è ben seguiti sotto l’aspetto medico. Nel caso specifico del portiere del Porto, non sappiamo se segua una dieta troppo grassa né se fumi né se abbia familiari che hanno avuto gli stessi disturbi, fattori che favoriscono problemi cardiaci”
Ci sono possibilità che Casillas riprenda l’attività agonistica?
“Dipende dall’entità dell’infarto. Se all’arteria interessata dal restringimento è stato applicato lo stent nel giro di poche ore, allora le possibilità di ripresa delle normali attività quotidiane sono piuttosto alte, vicine al 100%. La ripresa dell’attività agonistica, invece, sarà più difficile”.
Com’è la situazione in Italia?
“L’Italia è tra i Paesi con una legislazione più ferrea nel campo della medicina dello sport. Quei pochi casi eclatanti che si verificano fanno notizia, ma attraverso i controlli periodici a cui gli sportivi si sottopongono si evitano numerose altre sciagure”.
Il professore Tondo ricorda che anche a chi è ben allenato può capitare di essere vittime di serie patologie cardiache con l’infarto al miocardio, ed è importante che tutti gli sportivi professionisti e amatoriali, prestino attenzione ad alcuni campanelli d’allarme, in particolare al senso di oppressione al petto o dietro allo sterno e all’improvvisa e ripetuta accelerazione del battito del cuore