Continua a salire lo spread tra Btp e Bund tedeschi che vola oltre i 300 punti base. La crisi politica in Italia rimane infatti al centro dell’attenzione dei mercati in attesa che il premier incaricato, Carlo Cottarelli, presenti la squadra di governo al capo dello Stato, Sergio Mattarella. Cottarelli è atteso nel pomeriggio con la lista dei ministri al Colle per sciogliere la riserva.
Già lunedì la corsa dello spread aveva subito un’impennata non indifferente. Nel giorno in cui l’ex commissario alla spending review ha ricevuto l’incarico per formare un governo, il differenziale è volato a 235 punti base in chiusura, dopo aver toccato un massimo intraday di 237,2 punti.
MILANO CROLLA – Apertura in netto ribasso per la Borsa di Milano, con l’indice Ftse Mib che cede l’1,19% a quota 21.561 punti, a ridosso dei minimi del 5 marzo scorso. E il calo non si arresta: dopo oltre un’ora e mezza di contrattazioni perde il 3,19% a 21.233,24 punti. Ferme le contrattazioni per Ubi Banca che cede il 5,77% teorico a 3,231 euro. In calo anche Intesa Sanpaolo, Unicredit, Bper e Poste Italiane, che perde il 4,77% a 6,994 euro. In questo quadro di incertezza ieri il Ftse Mib ha perso oltre il 2% finendo sotto la soglia dei 22mila punti e azzerando i guadagni da inizio anno.
Avvio in calo anche per le principali piazze europee. A Francoforte il Dax cede lo 0,60% a 12.786,15 punti, a Parigi il Cac40 perde lo 0,67% a 5.472,18 punti, a Londra l’indice Ftse100 registra una flessione dello 0,78% a 7.670,29 punti, mentre a Madrid l’Ibex segna un ribasso dell’1,48% a 9.620,20 punti.
Oltre all’Italia, a preoccupare è anche la Spagna, con la presidenza del Congresso dei deputati che ha fissato per venerdì 1 giugno il voto sulla mozione di sfiducia presentata dal Psoe, il partito socialista, contro il premier Mariano Rajoy.
Intanto questa mattina i listini asiatici si sono mossi all’insegna della cautela con la piazza azionaria di Tokyo che ha terminato con un calo di circa mezzo punto percentuale. Tra gli appuntamenti di oggi si segnala l’indicatore di fiducia di consumatori e imprese in Italia.
LA LENTE DI MOODY’S SULL’ITALIA – Nel frattempo Moody’s avverte che il rating sovrano italiano “verrà ridotto” se il prossimo governo “metterà in campo politiche fiscali che non saranno sufficienti a collocare il debito pubblico su una rotta sostenibile verso il basso per i prossimi anni”. Un fallimento “nell’articolare e presentare un’agenda di riforme strutturali credibili” e che “aumentino le prospettive di crescita economica dell’Italia”, sarebbe “ugualmente negativa per il rating”, sottolinea l’agenzia. Gli sviluppi politici degli ultimi giorni, precisano inoltre da Moody’s, “non hanno alcuna influenza sulla nostra recente decisione di mettere sotto osservazione il rating del debito italiano per un downgrade”.