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Londra, Isis rivendica l’attacco di Westminster. May: L’attentatore è britannico. Il bilancio è di 3 morti, tra i feriti anche un italiano

Foto AP-LaPresse - Tutti i diritti riservati

Lo Stato islamico ha rivendicato l’attacco al Parlamento di Londra. Lo ha fatto sapere l’agenzia di stampa vicina al gruppo jihadista Amaq. Le autorità britanniche non hanno ancora diffuso l’identità dell’assalitore, rimasto ucciso nell’attacco. E’ di tre vittime, oltre all’attentatore, il bilancio dell’attacco terroristico di ieri a Londra nel pressi del parlamento britannico. Lo ha reso noto Scotland Yard questa mattina, correggendo il precedente vilancio che parlava di 4 vittime più l’assalitore. Il portavoce della polizia Mark Rowley ha confermato che a perdere la vita sono stati l’agente Keith Palmer, una donna sulla quarantina anni e un uomo sulla cinquantina, parlando anche di “un mix di nazionalità” tra le vittime. I feriti sono 40 di cui 7 in gravi condizioni.

Tra i feriti, confermata dalla premier Theresa May, la presenza di un cittadino italiano nonché di tre studentesse francesi di 15 e 16 anni. Gli investigatori di Londra dicono di conoscere l’identità dell’assalitore, ma hanno preferito non rivelarla. Intanto Westminster Bridge resta transennata e presidiata da un contingente di polizia. La vicina stazione della metropolitana di Westminster resta inaccessibile dal livello della strada.

MAY: RISCHIIO NUOVI ATTACCHI. “Alle 19.30 ieri sera ho partecipato a un meeting sulla sicurezza, ne avrò altri in giornata. Il livello di allerta nel Paese è alto, sono possibili altri attentati”. Così la premier britannica Theresa May nel corso del suo intervento alla Camera dei Comuni a Londra, in cui sta riferendo l’esito delle indagini dopo gli attentati di ieri a Westminster. “I servizi di intelligence ci dicono che è probabile ci siano altri attacchi imminenti. Rafforzeremo le misure di sicurezza qui e in tutto il Paese” aggiunge.

RAID CON OTTO ARRESTI. Ieri è scesa l’ombra del terrorismo sul cuore di Londra, nel giorno in cui Bruxelles commemorava il primo anniversario degli attentati rivendicati dallo Stato islamico in cui morirono 32 persone. Erano le prime ore del pomeriggio di ieri quando un’auto ha travolto i passanti sul ponte di Westminster, vicino al palazzo del Parlamento, e poco dopo un poliziotto è stato accoltellato fuori dall’edificio dove erano riuniti i deputati. Mentre ancora la dinamica dei fatti era poco chiara, ma era evidente l’analogia con la tecnica del veicolo sulla folla usata negli attacchi di Nizza e Berlino, la polizia ha parlato di un probabile attacco terroristico, facendo sapere che le indagini vengono condotte in questo senso. La polizia inglese ha effettuato nella notte 8 arresti, presso sei diversi indirizzi tra Londra, Birmingham e altri luoghi, nel corso delle indagini sull’autore dell’attentato di ieri. Lo ha detto il portavoce della polizia inglese Mark Rowley, in una conferenza stampa a Scotland Yard. Rowley non ha rivelato altre informazioni sull’attentatore, di cui non si conoscono identità e nazionalità. La polizia ha confermato che il terrorista ha agito da solo.

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ATTENTATORE AGENTE PERIFERICO. “Sappiamo che l’attentatore ha agito solo. Fra poco saremo in grado di rivelarne identità, ma ora posso solo dire che era già conosciuto dall’MI5, ma era considerato un agente periferico. Indagini sono in corso”. Lo ha detto la premier inglese, Theresa May nel suo intervento alla Camera dei Comuni a Londra. “Centinaia di uomini hanno indagato questa notte e posso confermare che la polizia ha compiuto blitz in 6 posti diversi, e fatto arresti a Birmingham e Londra” ha aggiunto. May ha precisato che “era un cittadino britannico”

I media britannici hanno smentito che il responsabile dell’attacco di Londra sia il predicatore londinese Abu Izzadeen, all’anagrafe Trevor Brooks. Lo riferisce il Daily Mail, citando la smentita di Channel 4 che per prima aveva diffuso la notizia. L’avvocato dell’uomo ha fatto sapere all’emittente, viene spiegato, che il predicatore è attualmente in carcere.

Secondo fonti europee citate da Reuters gli investigatori stanno analizzando l’ipotesi di un’azione ispirata alla propaganda dello Stato islamico. E Site, il sito di monitoraggio delle attività jihadiste sul web, ha fatto sapere che i sostenitori dello Stato islamico stanno festeggiando online con lo slogan “sangue per sangue” e parlando di una vendetta per i “loro” morti a Mosul.

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