“È necessaria una sovranità europea: difendere l’idea di Europea non è difendere un’idea astratta, significa partire dal fatto che a fronte del momento attuale serve una sovranità piu forte di quella attuale”, “a fronte di migrazioni, insicurezza planetaria, trasformazioni ambientali e sociali”, “essa ci consentirà di dare risposte giuste”. Lo ha dichiarato il presidente francese, Emmanuel Macron, parlando alla plenaria dell’Europarlamento. Bisogna “difendere” una “sovranità europea reinventata” e una “democrazia viva in cui tutti noi crediamo”, “non cederò alla fascinazione per i regimi autoritari”.
Parlando di autoritarismi e populismi, della situazione legata alla Brexit e delle divisioni all’interno dell’Ue, Macron ha messo in guardia su una “sorta di guerra civile europea”. “Ci sono delle divisioni tra i Paesi, ma al di là delle divisioni questo modello democratico è unico al mondo”, “il modello europeo non è ne datato né astratto” e “dipende dal nostro impegno, dobbiamo difenderlo ogni giorno assieme. La prima condizione è: verita e responsabilità”, ha continuato.
“Appartengo a una generazione che non ha conosciuto la guerra e che si sta dando il lusso di dimenticare ciò che i suoi predecessori hanno vissuto”, “non voglio appartenere a una generazione di sonnambuli che dimentica il passato e non vuole vedere i tormenti attuali. Ognuno deve prendersi le proprie responsabilità, voglio appartenere a una generazione che decide di difendere la propria democrazia, perché è una parola che ha senso e che è frutto di battaglie passate. Voglio appartenere a una generazione che difenda la sovranità europea, che permetterà alle generazioni future di scegliere liberamente il loro futuro”
Sulla questione dei migranti “bisogna costruire solidarietà interna. Propongo di creare un programma europeo che finanzi direttamente le comunità locali che accolgono e integrano i rifugiati”. È necessario “sbloccare il dibattito avvelenato sul regolamento di Dublino e le ricollocazioni, e superarlo costruendo solidarietà interna ed esterna”.
Dopo Macron, la parola è passata al presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker: “Bisogna ricordare che per far funzionare l’Ue bisogna coinvolgere tutti, bisogna ricordare che non ci sono soltanto francesi e tedeschi”, il blocco è “un’unione a 28”. Poi ha aggiunto: “Vorrei che il divario che spesso divide l’est e l’ovest fosse risolto da una nuova ambizione comune”, e anche che “si tenesse conto del futuro dei Balcani”, “sapendo che ci sono difficoltà su alcuni punti” su cui “c’è ancora molto da fare”. Inoltre, il presidente Juncker ha detto di essere “favorevole all’iniziativa di Macron per il dialogo con i cittadini”, sottolineando che progetti in questo senso sono stati realizzati in passato e “incoraggiando Parigi a organizzare un grande evento non solo in Francia ma in tutta l’Europa, perché essa merita un dibattito europeo approfondito”.