Avevano segregato in garage madre e figlio di 78 e 37 anni, per vivere grazie alle loro pensioni. I carabinieri hanno arrestato due persone a Cozzo (Pavia) con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, sequestro di persona, riduzione in schiavitù, circonvenzione di incapace e abbandono di persona incapace. Gli autori delle sevizie sono, LM. E., nato nel 1964, fratellastro del 37enne, e S. T., nata nel 1979, una coppia. Nel corso dell’indagine coordinata e diretta dal sostituto Procuratore di Pavia, Roberto Valli, i carabinieri hanno verificato una serie di episodi di maltrattamenti fisici e psicologici, di minacce e percosse.
Le vittime erano state costrette a vivere recluse in un garage di 42 metri quadrati, utilizzato come rimessa degli attrezzi. Un locale, attiguo all’abitazione degli aguzzini, poco illuminato e areato e privo dei servizi igienici. Le due vittime erano costrette ad espletare i bisogni in secchi oppure in giardino e a pulire loro stessi il terreno che sporcavano. Per lavarsi, anche se in modo molto sommario, utilizzavano un tubo dell’acqua e non avevano a disposizione altri indumenti oltre a quelli indossati. Le vittime mangiavano soltanto una volta al giorno, alla sera, e vivevano in un clima di terrore per la paura di subire percosse.
Nel pomeriggio di ieri i militari hanno fatto irruzione nel garage, trovando madre e figlio che dormivano su due lettini in plastica da piscina con a fianco coperte e lenzuola, mobiletti e contenitori utilizzati come wc. I prigionieri erano tenuti sotto controllo grazie a un impianto di videosorveglianza. I carabinieri hanno sequestrato l’intero stabile. L’anziana e il figlio sono stati trasportati all’ospedale di Vigevano per le prime cure e gli accertamenti dello stato di salute mentre gli arrestati sono stati portati nelle carceri di Pavia e Vigevano a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Sono in corso una serie di accertamenti per chiarire come la riduzione in schiavitù dei due, iniziata da quando, anni fa, il nucleo familiare si trasferì a Cozzo, un paese di circa 370 abitanti, non sia stata notata e segnalata immediatamente dai vicini. I militari non escludono l’ipotesi di denunciare per favoreggiamento chi sapeva e non ha mai parlato.