Nel governo ancora niente intesa sul Def a poche ore dal Consiglio dei ministri che licenzierà la nota di aggiornamento. Nulla di fatto nel vertice notturno convocato a Palazzo Chigi dal premier Conte. A dividere soprattutto la possibile rimodulazione selettiva dell’Iva, ipotizzata dal ministro dell’Economia Gualtieri.
A scuotere la maggioranza sono state le parole di Luigi Di Maio. In una intervista a Massimo Giletti, il capo politico del Movimento 5Stelle mette i paletti alla legge di bilancio e per prima cosa assicura: “L’Iva non può aumentare, né nell’aliquota minima, né nell’intermedia, né in quelle più alte”. E non è tutto. Il titolare della Farnesina alla domanda, “si fida del Pd”, scandisce: “Il tema è la prova dei fatti. Se il 7 tagliamo i parlamentari, sarà la prima prova di fiducia, se non aumenta l’Iva sarà la seconda prova di fiducia. Questo governo si è messo in testa di realizzare delle cose, ma tra di noi non è cambiato quello che noi pensiamo del Pd e quello che loro pensano di noi”.
La manovra disegnata da Di Maio inoltre prevede il salario minimo “per eliminare gli stipendi da 2-3 euro l’ora, che sono illegali”. Parole difficili da digerire per i dem, che replicano con Dario Franceschini: “Vedo che poco prima della riunione a Palazzo Chigi, Di Maio ha annunciato in modo ultimativo in TV una serie di posizioni sulla legge di Bilancio e su molto altro. Cose anche interessanti che credo impegnino il suo movimento, ma di certo non impegnano l’intera maggioranza”.
In tarda serata infatti a palazzo Chigi il premier Giuseppe Conte ha riunito, con il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, i partiti della maggioranza. Presenti i capi delegazione e ministri Dario Franceschini (Pd), Roberto Speranza (LeU) e Teresa Bellanova (per la prima volta in veste di rappresentante di Italia Viva) e per il sottosegretario, Riccardo Fraccaro. Per i 5Stelle anche Di Maio. Discutere di dettagli relativi alla manovra, come ha precisato Gualtieri, è prematuro: “Il governo non ha ancora presentato nessun piano sull’Iva. L’orizzonte non è la Nadef ma la manovra. Invito tutti alla calma”. Ed in merito alle voci di una rimodulazione selettiva il ministro ha spiegato che si tratta solo di “una delle ipotesi” bollando come “abbastanza fantasiose” alcune indiscrezioni giornalistiche. Proprio oggi anche Matteo Renzi, dopo aver caldeggiato il taglio delle commissioni sulle carte di credito per incentivare la moneta digitale, ha messo in chiaro la posizione sulla legge di Bilancio: “Il nostro obiettivo è questo, noi abbiamo fatto un partito No Tax. Qualcuno ha fatto il partito No Tav, qualcuno No Tap, noi facciamo il no Tax. Nella mia esperienza di capo di una giunta o di un governo non ho mai alzato una tassa. Oggi non sono più solo, non comando più io. Ma quello che potremo fare per evitare l’aumento delle tasse lo faremo”.