Napoli, 11 mar. (LaPresse) – Diego Armando Maradona avrebbe avuto diritto al condono del quale ha beneficiato il Calcio Napoli. Per il Pibe de Oro, scomparso lo scorso 25 novembre, si chiude un braccio di ferro con il fisco italiano che va avanti dai primi anni del 2000. La questione è relativa al pagamento degli stipendi ad altri ex campioni azzurri, Alemao e Careca. È stato messo tutto nero su bianco dalla Corte Suprema di Cassazione, presieduta da Lucio Napolitano. Maradona avrebbe dunque potuto, come gli altri due ex calciatori brasiliani (a Napoli all’epoca del secondo scudetto) intervenire nel giudizio alla commissione tributaria centrale. Nell’ordinanza della sezione tributaria civile si legge: “Se si negasse a Maradona la possibilità di intervenire nel giudizio dinanzi alla commissione tributaria centrale, per beneficiare del condono cui ha beneficiato la Società, vi sarebbe una palese assenza di tutela effettiva del contribuente, che non avrebbe alcuna altra possibilità di far valere le proprie ragioni in altra sede, con il verificarsi di una vera e propria denegata giustizia”. A Maradona gli atti del fisco non furono mai notificati, in quanto l’ex numero 10 del Napoli non era più in Italia. Viene specificato che la sentenza impugnata viene “dunque cassata”, contemplando il rinvio alla commissione regionale della Campania, in diversa composizione, che provvederà anche sulle spese del giudizio di legittimità. Difatti il giudice del rinvio dovrà verificare una volta esteso il condono di cui ha beneficiato il sostituto d’imposta (Società Calcio Napoli) anche al calciatore Maradona (sostituito), la sua posizione tributaria per il debito residuo nei confronti dell’amministrazione finanziaria.
Maradona, vittoria in Cassazione: Aveva diritto al condono
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