A poco più di un mese dalla conversione in legge del Decreto Sicurezza, il Cara di Castelnuovo di Porto, il secondo più grande d’Italia, è in via di chiusura. Da martedì 22 gennaio inizieranno infatti gli spostamenti di 300 rifugiati in tante regioni italiane, a cui si aggiungeranno le uscite obbligatorie dei titolari di protezione umanitaria, ormai senza più diritto all’integrazione prevista dalla seconda accoglienza. “In un colpo solo saranno spazzati via non solo anni di impegno e buon lavoro per un’accoglienza fatta di progetti educativi, inserimento scolastico, corsi ricreativi, iscrizioni alle associazioni sportive del territorio, collaborazioni volontarie e lavori socialmente utili, portata avanti dal Comune insieme alla Prefettura di Roma, ma andranno persi anche 107 posti di lavoro dei dipendenti del gestore del Centro”, si legge in una nota del Comune di Castelnuovo.
“Uno dei primi atti da parte di questa nuova amministrazione comunale, infatti, dopo il grande caos di Mafia Capitale, è stata proprio la sottoscrizione di un protocollo d’intesa con la Prefettura di Roma per la realizzazione di progetti culturali e di volontariato (museo di arte e mestieri, rassegne fotografiche, corsi di teatro), ma soprattutto per l’inserimento scolastico dei bambini, che da domani saranno costretti a lasciare aula, maestre e compagni senza sapere dove andranno e cosa li aspetta”, prosegue la nota. “Insomma – lamenta il Comune – a Castelnuovo esiste, o meglio “esisteva”, una gestione positiva del fenomeno dell’immigrazione che non ha mai dimenticato l’aspetto della sicurezza, requisito necessario per favorire l’integrazione stessa grazie ad una efficace collaborazione con il Comando dei Carabinieri di Bracciano. Tutto ciò è stato possibile nonostante le difficolta socioeconomiche dell’area. Ma, purtroppo, i primi effetti del decreto sicurezza spazzano via questa nostra positiva esperienza senza neanche la possibilità di trasformarla in un’operazione migliorativa di integrazione/inclusione che portasse al superamento (dovuto e naturale) del sistema-Cara attraverso l’accoglienza diffusa del sistema SPRAR”.
“Fra poche ore, quindi, decine di persone si troveranno a girovagare per le strade di provincia a due passi da Roma, in pieno inverno. Questa non è sicurezza! I bambini e gli adulti verranno “confinati”, senza aver consentito loro nemmeno di salutare i compagni di classe, i compagni di squadra o i nuovi amici del paese. Alcuni sono titolari di permessi di soggiorno, altri senza carta d’identità. Tutti dovranno affrontare un nuovo viaggio senza meta. Questa volta, però, il viaggio avverrà in uno dei paesi fondatori dell’Europa. Quella stessa Europa fondata sui valori e sui principi di solidarietà e di riconoscimento dei diritti universali dell’uomo”.
“Da amministratore locale dico che il problema dell’Italia non sono i migranti – dichiara il Sindaco di Castelnuovo di Porto, Riccardo Travaglini – ma le problematiche diffuse ed endemiche che affrontiamo tutti i giorni: disoccupazione, corruzione, mafie, evasione fiscale, una giustizia che non funziona e che non riesce a garantire la certezza della pena, la mancanza di risorse per mettere in sicurezza i territori. Castelnuovo di Porto auspica che la furia del Governo nell’affrontare il fenomeno dell’immigrazione contagi anche questi altri fronti, eterne emergenze del nostro territorio e dell’Italia intera, ribadendo che siamo comunque pronti a fare la nostra parte affinché non venga dispersa la competenza acquisita negli anni nei sistemi di accoglienza e affinché si avviino forme di concertazione per il reinserimento dei lavoratori abbandonati al loro destino di disoccupati. Ci meriteremmo insomma più di un riconoscimento dal momento che Castelnuovo di Porto ha fatto fronte per oltre 10 anni ad una emergenza nazionale”.