L’accoglienza ha un limite e si deve coniugare con la sicurezza, i fondi europei sono insufficienti, le navi delle Ong devono coordinarsi con l’attività di polizia giudiziaria, ma soprattutto sulla questione dell’immigrazione, si gioca la tenuta del tessuto connettivo italiano, quindi il Parlamento, “in vista degli appuntamenti internazionali che ci attendono, ha più ragioni per unirsi e meno per dividersi”. E’ un ministro degli Interni deciso e senza tentennamenti quello che si è presentato davanti a Camera e Senato, alla vigilia del vertice di Tallinn per dar conto dell’emergenza migranti in Europa.
Minniti ha proseguito evidenziando i prossimi passi che saranno compiuti in collaborazione con la Libia: “L’Italia ha fornito alla guardia costiera libica 4 motovedette. Ed altre ne forniremo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. E’ molto importante che ci sia l’impegno diretto finanziario della commissione Ue e dell’Europa. Sarà istituito un centro di coordinamento per il soccorso marittimo a Tripoli”. “Nei prossimi giorni – ha annunciato – faremo una riunione a Tripoli con i sindaci della Libia per discutere con loro su come sganciarsi dal giogo dei trafficanti di esseri umani, occorre costruire un percorso alternativo: il traffico di esseri umani purtroppo è uno dei principali canali economici della Libia. Se si punta a stroncarlo bisogna offrire un circuito economico alternativo”.
E proprio sulla delicata questione della gestione dei flussi migratori è incentrato il vertice di Tallinn, in Estonia, dove oggi si riuniranno i ministri degli Interni e della Giustizia. Tra gli argomenti in discussione, ci saranno le proposte presentate dalla Commissione europea. I funzionari di Bruxelles vogliono varare, tra le altre cose, un progetto da 46 milioni di euro, preparato congiuntamente con l’Italia, per rafforzare le capacità delle autorità libiche. Sempre in Libia, poi, dovrebbe essere finanziato anche un centro di coordinamento e soccorso marittimo (simile a quello che gestisce la crisi nel nostro Paese).
Un altro punto del piano di Bruxelles tocca la riserva della Guardia di frontiera e costiera europea, forte di 500 esperti sul rimpatrio e pronta per essere dispiegata su richiesta dell’Italia. E’ poi prevista una cooperazione più intensa con Niger e Mali per prevenire gli spostamenti verso la Libia.
LA DENUNCIA DI AMNESTY. Intanto proseguono gli attacchi da parte delle Ong all’Ue, accusata “di voltare le spalle ai rifugiati”. “Avendo ceduto buona parte delle responsabilità della ricerca e del soccorso in mare alle Ong e avendo incrementato la cooperazione con la Guardia costiera libica, i governi europei non stanno prevenendo le morti in mare e chiudono gli occhi di fronte a stupri e torture”, dichiara Amnesty International nel rapporto presentato oggi ‘Una tempesta perfetta. Il fallimento delle politiche europee nel Mediterraneo centrale’.
“Invece di agire per salvare vite e fornire protezione, i ministri degli Esteri europei stanno vergognosamente dando priorità a irresponsabili accordi con la Libia nel disperato tentativo d’impedire a migranti e rifugiati di raggiungere l’Italia”, dice John Dalhuisen, direttore di Amnesty International per l’Europa.
“Gli stati europei hanno progressivamente abdicato a una strategia di ricerca e soccorso in mare che stava riducendo il numero di morti in mare per una che invece ha causato migliaia di annegamenti e che ha costretto uomini, donne e bambini disperati a restare intrappolati in Libia, esposti a terribili violenze”, aggiunge Dalhuisen.