Durante il secondo giorno del suo viaggio nei Paesi baltici, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è tornato sul tema dell’immigrazione. “Parlare di chiusura dei confini in un momento in cui tutto consentirebbe maggiore razionalità è da evitare”, ha detto riferendosi all’annuncio dell’Austria pronta a blindare i suoi confini meridionali. “Vi sono molte cose che contrassegnano l’Ue e la sua storica integrazione ma due ne esprimono appieno l’anima: Erasmus e Schengen. Viaggiare liberamente per i nostri giovani è un dato irrinunziabile”, ha riferito dopo l’incontro con il capo dello Stato estone, Kersti Kaljulaid, a Tallinn.
Negli ultimi 12 mesi gli arrivi “sono riminuiti dell’85 per cento, la pressione si è abbassata e questo dovrebbe consentire a tutti i paesi, come loro responsabilità, razionalità senza cedere all’emotività”. Chiudere i confini, per Mattarella “risponde ad emotività subita o suscitata. La responsabilità politica richiede razionalità e governo comune del fenomeno. È possibile e c’è il dovere di farlo. Abbiamo parlato del fenomeno delle migrazioni registrando concordemente che è un fenomeno così grande che non può essere affrontato da un Paese da solo e non può essere accantonato o ignorato. Va governato e può essere governato insieme con uno sforzo congiunto dell’Unione europea”.
In riferimento alle misure che potrebbero essere decise in conseguenza della possibile nuova politica sull’immigrazione in Germania, a seguito dell’accordo raggiunto da Cdu e Csu, per il ministro dei Trasporti austriaco, Norbert Hofer, i controlli permanenti al valico del Brennero “sarebbero senza dubbio un disastro”: ogni deviazione attraverso la Svizzera, per ogni camion costerebbe circa 100 euro in più alle imprese, riporta l’agenzia Dpa. Il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, invece condivide “lo stesso obiettivo della Germania”, vale a dire rimandare i migranti nel Paese di prima registrazione nell’Unione europea, “dipende da cosa esattamente i tedeschi vogliono, non c’è ancora totale chiarezza”, ha affermato in un’intervista alla radio Ö1, ripresa dai media del suo Paese. Ha specificato di voler attendere che Berlino spieghi più nel dettaglio le proprie intenzioni sul nuovo piano legato all’immigrazione, previsto da un accordo da Cdu e Csu, mentre manca l’approvazione dell’Spd, partner nel governo di coalizione. Kurz ha ribadito che Vienna è pronta ad agire ai confini meridionali del suo Paese e che “non saranno siglati accordi che danneggino l’Austria”. La nazione, ha affermato, non può “diventare un centro d’accoglienza nel mezzo dell’Ueropa”, “non l’accetteremo”. E sulle misure che ha detto potrebbero essere imposte ai confini meridionali austriaci, Kurz ha spiegato: “Certamente ciò significa intensificazione dei controlli di frontiera”.
Giovedì, il ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer sarà a Vienna per colloqui. Il cancelliere ha poi fatto riferimenti ai migranti che arrivano ai confini austriaci, dicendo che sono “centinaia ogni settimana”, numero che ritiene sia ancora troppo alto: “La chiusura della rotta del Mediterraneo è il nostro grande obiettivo e combatteremo per questo”.