Sarà un mini-summit Ue a otto quello sull’immigrazione convocato per domenica a Bruxelles dal presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, in vista del Consiglio europeo di 29 e 30 giugno. Ad annunciarlo lo stesso Juncker: “Invito a una riunione di lavoro informale sul tema delle migrazioni e dell’asilo un gruppo di Stati membri interessati. L’obiettivo della riunione, che si terrà domenica a Bruxelles, è di lavorare a delle soluzioni europee in vista del Consiglio europeo”, ha scritto su Twitter.
Ci sarà anche Malta oltre a Italia, Francia, Spagna, Germania, Grecia, Austria e Bulgaria. A confermare la presenza di Malta il suo premier, Joseph Muscat, con un post pubblicato su Twitter: “Ho accettato l’invito di Jean-Claude Juncker per un incontro informale sull’immigrazione prima del Consiglio europeo. Malta è stata e resterà coerente con i suoi principi e non vede l’ora di contribuire al dibattito e all’azione per una risposta europea coordinata”, ha scritto Muscat.
Giovedì, invece, a Budapest si terrà una riunione dei leader dei Paesi del cosiddetto Gruppo Visegrad, cioè Ungheria, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca, che tradizionalmente sostengono politiche dure sull’immigrazione e sono ostili al sistema di quote europee per i rifugitati. Alla riunione parteciperà anche il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, che si è fatto promotore di un controverso “asse dei volenterosi” con Baviera e Italia contro l’immigrazione illegale.
Intanto Kurz, durante una riunione con i suoi alleati bavaresi della Csu tedesca ( la branca bavarese della Cdu della cancelliera Angela Merkel con cui sono in piena crisi per disaccordi proprio sull’immigrazione) ha agitato lo spettro di una “catastrofe” migratoria “simile a quella del 2015” se l’Ue non dovesse riuscire a elaborare una risposta comune sul tema. Il vertice è un consiglio dei ministri comune fra l’Austria e il governo della Baviera guidato dalla Csu, che si è tenuto a Linz, nel nord dell’Austria. “Non possiamo aspettare che la catastrofe sia simile a quella del 2015”, ha detto il cancelliere Kurz parlando a margine della riunione, riferendosi alla crisi migratoria del 2015-2016, quando oltre 150mila persone chiesero asilo in Austria, Paese di 8,7 milioni di abitanti.
La disputa sulla politica migratoria fra il ministro dell’Interno tedesco, cioè il bavarese della Csu Horst Seehofer, e la cancelliera tedesca Angela Merkel della Cdu, ha spinto gli europei fare del dossier migratorio una priorità del Consiglio europeo di 28 e 29 giugno. Difendendosi dall’accusa di intromettersi negli affari interni della Germania, Kurz – conservatore che da fine 2017 guida un governo con l’estrema destra mantenendo una linea dura sull’immigrazione – si è detto felice che il tema sia salito in alto nell’agenda dei 28 leader Ue. “Se la discussione in Germania ha qualcosa di buono è che ormai c’è una dinamica nuova sul piano europeo, con un’altra volta una grande opportunità affinché l’Ue alla fine si muova”, ha dichiarato Kurz. Lui, che si vanta di essere stato uno dei principali fautori della chiusura della ‘rotta dei Balcani’ ai migranti all’inizio del 2016 quando era ministro degli Esteri, ha anche lanciato una frecciatina contro Merkel, senza tuttavia nominarla: “Chi aveva aperto le frontiere nel 2015 è responsabile del fatto che ci sono oggi dei controlli alle frontiere tra l’Austria e la Baviera, fra l’Ungheria e l’Austria, fra l’Italia e l’Austria. E del fatto che la situazione forse potrà peggiorare ancora”, ha dichiarato riferendosi alla mano tesa ai rifugiati dalla cancelliera tedesca tre anni fa.
Il capo del governo bavarese, Markus Söder, ha sottolineato che Monaco e Vienna condividono “una posizione e uno spirito comune” sul tema immigrazione. Kurz, poi, ha ribadito che intende fare dell’immigrazione un argomento chiave quando l’Austria il 1° luglio assumerà la presidenza semestrale di turno dell’Unione europea. Per questo moltiplica le iniziative per riunire un blocco di Paesi che vogliano un inasprimento della linea europea