La Vos Thalassa, rimorchiatore italiano al servizio di una piattaforma petrolifera della Total, ha trasbordato i 66 migranti che aveva salvato nella acque Sar libiche alla “Diciotti” nave della Guardia costiera italiana. Lo rendono noto fonti del Viminale. Ma nonostante ciò, fanno sapere le stesse fonti, la posizione “del ministro non cambia”. Il rimorchiatore “era più lontana rispetto ai libici che stavano entrando in azione. E la posizione del ministro dell’Interno “non cambia”. Sono stato informati della situazione, oltre al premier Conte, anche Di Maio e Toninelli. Ora bisogna vedere se questa “posizione” che “non cambia” significa che neanche la Diciotti può sbarcare le persone in Italia o se si riferisce solo al fatto che la Vos Thalassa non avrebbe dovuto intervenire.
Il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, intanto, con un tweet si è detto orgoglioso del lavoro svolto dalla nave Diciotti della Guardia Costiera italiana che “ha preso a bordo 60 migranti che stavano mettendo in pericolo di vita l’equipaggio della Vos Thalassa. Ora avanti con indagini per punire i facinorosi”. Per quanto si sa, Toninelli (a parte l’errore perché la Vos Thalassa è un rimorchiatore non un incrociatore, cioé una nave da guerra) avrebbe deciso che i migrantui sbarcheranno in Italia.
Orgoglioso della @GuardiaCostiera italiana che con nave Diciotti ha preso a bordo 60 migranti che stavano mettendo in pericolo di vita l’equipaggio dell’incrociatore italiano Vos Thalassa. Ora avanti con indagini per punire facinorosi.
— Danilo Toninelli (@DaniloToninelli) 10 luglio 2018
La questione, adesso, diventa spinosa perché, a quanto risulta al Ministero dei Trasporti, alla notizia di un possibile trasbordo dalla Vos Thalassa alle motovedette libiche, i migranti (tra loro anche donne e bambini), terrorizzati all’idea di tornare in Libia, si sarebbero quasi ammutinati mettendo a rischio l’incolumità stessa dell’equipaggio della Vos Thalassa. Di qui l’intenzione di Toninelli di procedere a un’indagine per verificare le responsabilità.
Dopo la nave militare irlandese “Samuel Beckett”, tocca a una nave commerciale italiana, la “Vos Thalassa”. Cambia la casistica ma il tema è sempre lo stesso: qualunque nave si trovi a passare nelle acque del Mediterraneo può ricevere un Sos di barconi in difficoltà carichi di migranti. La legge del mare dice che, in questi casi, si deve intervenire. La legge di Salvini (perché non c’è una norma precisa in materia) dice che i porti italiani sono chiusi e, così, adesso, si apre un altro caso: quello della Vos Thalassa, nave italianissima di 60 metri (registrata a Genova) che di mestiere fa l'”offshore supply ship” (in sostanza, il rimorchiatore) e, in particolare, in questo periodo fa la guardia a una piattaforma petrolifera della Total nelle acque Sar libiche.
La questione è presto spiegata. La “Vos Thalassa” ha ricevuto il messaggio di richiesta di aiuto. Come si fa in mare, è intervenuta e ha salvato 66 persone in difficoltà. Poi ha chiesto alla Guardia Costiera italiana in quale porto deve portare i migranti. La risposta, su ordine del Viminale, è stata che i porti italiani sono chiusi a questo tipo di operazioni e che la Vos Thalassa avrebbe dovuto lasciare spazio all’intervento della Guardia Costiera libica o portare le persone in Libia. Secondo il Ministero, la Vos Thalassa ha invece
“anticipato l’intervento delle Guardia costiera libica che era gia’ stata allertata”. Quindi, la Vos Thalassa sarebbe intervenuta in anticipo, ma, in mare, queste cose sono difficili da stabilire. La regola è sempre stata che si muove chi è più vicino perché anche qualche minuto di ritardo può fare la differenza tra salvare e lasciare morire.
Il punto, poi, diventa anche il terrore dei migranti di essere riportati in Libia. Molti di loro fuggono proprio dallo spettro dei campi di concentramento libici e non hanno nessuna intenzione di tornarci o di finirci per la prima volta.